Il convegno “L’Agricoltura moderna dalle produzioni di qualità a sentinella dell’ambiente”, organizzato dall’Uci a Lecce, ha messo in luce il soddisfacente andamento dell’agricoltura pugliese oltre che la necessità di capitalizzare gli straordinari livelli di competitività e attrattività raggiunti dal brand Puglia.
Ma è stata occasione anche per evidenziare i livelli di contaminazione delle acque sotterranee, che la Puglia ha omesso di trasmettere all’Ispra, lo stato delle acque superficiali, per i quali risultano indagati appena 58 siti di monitoraggio in tutta la regione (contro i 303 della Lombardia) e solo 28 sostanze tossiche ricercate su 400.
L’intervento di Luigi Cerciello Renna, Presidente del Centro Studi AgriEthos, ha toccato anche il problema dalla percentuale di superficie alterata dal consumo di suolo, che, pari a quasi il 69%, vede la Puglia detenere il triste primato nazionale, con non pochi paesi dotati di strumenti urbanistici fermi agli anni 70-80.
Basti pensare all'assenza di comuni pugliesi nel recente censimento di Legambiente sulle città italiane con alta percentuale di raccolta rifiuti differenziata.
Grazie al numero uno di AgriEthos, dunque, si è potuto scendere in profondità e toccare con mano i veri problemi del sistema agro ambientale regionale.
L’intervento dell’Assessore regionale all’agricoltura, Di Gioia, ha preso il via proprio da tali argomenti. Il politico si è soffermato sulle linee guida del nuovo piano di sviluppo rurale pugliese pensato per rilanciare l’economia del territorio e la crescita del comparto sulla base dei moderni parametri di sostenibilità.