Il settore avicolo, comparto totalmente Made in Italy, cresce anche nel 2020 e fa registrare un aumento della produzione del +2,5%, con incrementi significativi per il tacchino (+4,4%) e per il pollo (+2%). Il settore sembrerebbe dunque navigare in acque piuttosto tranquille ma in realtà rimane alta l’attenzione, anzi l’allarme, sul fronte internazionale. A turnare i sonni due fattori, la possibile (ormai probabile) ratifica dell'accordo Ue-Mercosur che aumenterà la quota di import di carni bianche dal Sudamerica, e la corsa dei prezzi delle materie prime agricole (mais, grano tenero, crusca, farina di soia), che nel 2021 rischia di creare un effetto domino sui costi di produzione e quindi sui prezzi.
L’allarme preoccupato giunge da Unaitalia, associazione che rappresenta la quasi totalità della produzione avicola nazionale che si unisce all'appello lanciato a livello europeo da Copa-Cogeca, CIBE e AVEC con un video: l'accordo commerciale aumenterebbe le importazioni di carni avicole dai paesi del Mercosur ad una quota annuale pari alla produzione di Danimarca, Finlandia e Svezia messe insieme.
L'accordo permetterebbe l'ingresso in Europa di ulteriori ingenti quantità di carni avicole dal Brasile, con standard di qualità e sicurezza ben al di sotto di ciò che è garantito in Europa, il tema dominante. E per quanto riguarda i mangimi basta ricordare che siamo dipendenti dall'estero e che incidono fortemente sul totale del costo di produzione, quindi le preoccupazioni sono fondate. In base ai dati diffusi da Assalzoo, a gennaio 2021 le materie base per i mangimi hanno subito in media un rincaro del 40% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
"Nonostante la resilienza del settore dimostrata durante il Covid" continua Forlini "si tratta di costi che difficilmente potremo continuare ad assorbire e che finiranno inevitabilmente per ricadere sui consumatori”, la parole del presidente di Unaitalia, Forlini. Che conclude: "sentiamo il dovere di chiedere attenzione verso tutto il comparto agricolo e zootecnico che va sostenuto sia grazie al Recovery Fund che nelle dinamiche internazionali, dove troppo spesso rischia di diventare pura merce di scambio con i Paesi terzi. Speriamo che l'Italia in sede europea possa esprimersi con forza contro la ratifica dell'accordo Ue-Mercosur e tutelare così sia i consumatori che la filiera agroalimentare, fatta di realtà come quella avicola che può vantare un primato di autosufficienza a livello nazionale".