Dalla Puglia ricette di marketing per valorizzare le produzioni italiane e affermarle nel mondo. E' quanto è emerso nei giorni scorsi a Conversano (Bari) nel convegno "Marchio e territorio: sinergia vincente per la ciliegia di Conversano e del Sud-Est barese", promosso dal Comune di Conversano, dall'Associazione Sapori in Conversano e dalla Provincia di Bari con l'Informatore Agrario.
Dall'iniziativa è emerso come la Puglia si confermi regione capofila della produzione cerasicola italiana con buone performance nell'export in Europa e ottime chance di colpire i mercati arabi, ma per sbaragliare i competitor stranieri occorre puntare sul legame con il territorio, allargare la stagione produttiva e fare sistema. L'incontro, introdotto da Giuseppe Lovascio, sindaco del comune di Conversano, e da Giuseppe Locorotondo, assessore alle attività produttive del comune di Conversano, ha fatto il punto sulle opportunità pugliesi e italiane nel comparto cerasicolo. "La graduatoria dei prodotti agricoli pugliesi nel contesto nazionale vede al primo posto proprio le ciliegie con una media di 467 quintali per una superficie di quasi 17mila ettari, di cui 16.350 della sola provincia di Bari, la quale copre il 97,7% della superficie investita e il 96,6 dei quantitativi prodotti rispetto al totale regionale" – dice Lorenzo Andreotti, giornalista de L'Informatore Agrario. La Puglia rappresenta circa l'80% del mercato cerasicolo italiano. In base a dati Ismea del 2009 nei cinque comuni del sud barese di Conversano, Casamassima, San Michele, Castellana Grotte e Turi, vi sono 5.000 ettari di ciliegeto, pari a 2.800 produttori e con un giro d'affari di 350 miliardi di euro lordi venduti che corrispondono al 60% della produzione regionale.
"Per distinguerci in futuro dobbiamo dare continuità alle nostre produzioni diversificando le aree e affiancando alle varietà di qualità tradizionali come la Ferrovia anche altre con caratteristiche che consentano un allargamento del calendario di commercializzazione almeno fino a metà luglio -sottolinea Giuseppe Lamacchia, direttore dell'Istituto per il Commercio Estero per la Puglia. I nostri competitor, infatti, come ad esempio la Turchia, riescono ad offrire ciliegie in questo periodo ottenendo prezzi particolarmente interessanti, fino a 3,80 euro/kg!".E mentre è stato avviato l'iter per ottenere la Denominazione Comunale per la ciliegia di Conversano, Roberto De Donno, docente di Marketing Territoriale presso l'Università LUM di Bari, spiega: "Per ritagliarci uno spazio importante sui mercati internazionali è necessario rafforzare il legame con il territorio di origine, riscoprire la propria identità e la De.Co. si configura come lo strumento principe per avviare sia un intervento di tutela delle specificità locali, sia un'azione di sviluppo sostenibile del territorio". Ma aggiunge: "Requisito fondamentale è però che tutti gli attori della filiera coinvolti facciano sistema per difendere le nostre ciliegie e dare loro valore aggiunto non solo a livello locale ma anche internazionale".
La ciliegia è un frutto molto sano e nutriente, ad elevato contenuto proteico. "E' ricca anche di polifenoli, utili per la prevenzione delle neoplasie (tumori) e delle malattie croniche e degenerative“ spiega Francesco Schittulli, presidente della provincia di Bari. Per l'alta percentuale di minerali e di vitamine (C, A, B1, PP), è adatta ai bambini, agli adolescenti e agli anziani. Ricca di zuccheri facilmente assimilabili, è tollerata anche dai diabetici. La parte più usata in fitoterapia è il picciolo che contiene polifenoli, acido tannico e sali di potassio con proprietà diuretiche, antigottose, antireumatiche e antiuricemiche. In base a dati forniti dall'Istituto per il Commercio Estero, negli ultimi 15 anni il valore dell'export della produzione cerasicola italiana è passato dai quattro milioni di euro del 2004 fino ai 38 del 2008, con una media che supera i 20 milioni. Se nel 2010 si è concentrato in Europa (con l'80% nei Paesi dell'Unione Europea a 27) i Paesi con la massima quota di mercato sono Germania (42%), Svizzera (14%), Austria (14%), Spagna (11%), Slovenia (5%), Regno Unito (4%), Romania (2%), Francia (2%), Belgio e Paesi Bassi (1%). In compenso l'Italia acquista ciliegie da tutto il mondo: l'import vede al primo posto la Spagna (33%), seguito da Turchia (32%), Francia e Cile (8%), Germania (7%), Grecia (5%), Austria e Argentina (2%) e Stati Uniti.
"Interessanti le potenzialità , ancora inesplorate, per il nostro export nei Paesi arabi" – commenta Giuseppe La Macchia, direttore dell'Ice per la Puglia. Notevole la variabilità dei prezzi medi nell'export e nell'import. Se nell'export si è passati da 1,96 euro/kg (1999) a 3,57 euro/kg (2008) con un 2010 a quota 3,36 euro/kg, il prezzo medio dell'import negli ultimi anni si è attestato sui 2,50 euro. In particolare, la Spagna ha venduto ciliegie a un prezzo medio tra i 2,20 e i 2,40 euro/kg e la Turchia, competitiva per la capacità di diversificare varietà e zone di produzione contro i mutamenti climatici, è arrivata fino a 3,80 euro/kg nel 2008. Sono migliaia i nuclei familiari della provincia barese a cui la produzione delle ciliegie offre una consistente fonte di reddito. Il fabbisogno di lavoro per ettaro di ciliegieto specializzato è pari a circa 600 ore, l'85% delle quali assorbite nelle operazioni di raccolta. Considerando la produzione provinciale media di ciliegie e la produttività media del lavoro di raccolta, pari a 10-15 kg/ora/operaio, si deduce che il fabbisogno annuo di manodopera raggiunge 2,1 milioni di ore lavorative nell'arco temporale di 2 mesi circa.