Le richieste dell’Italia avranno un esito a breve; infatti, entro il prossimo 14 ottobre si saprà se l’Italia potrà inserire l’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari. La risposta, parecchio attesa, al decreto italiano deve giungere dalla Commissione europea che, se darà il suo assenso, farà del Belpaese la seconda nazione Ue (dopo la Francia) a ottenere una sperimentazione di due anni dell’etichetta di origine obbligatoria su latte, burro, yogurt e formaggi prodotti sul territorio nazionale.
I rumors istituzionali che giungono da Bruxelles fanno sapere che, appunto, il 14 ottobre scadono i tre mesi dalla notifica che il regolamento 1169/2011 stabilisce come termine per rispondere agli Stati membri, che ritengono necessario adottare una nuova normativa in materia di informazioni sugli alimenti. Insomma l’Italia, se l’esecutivo europeo non solleverà obiezioni, potrà cantare vittoria.
Prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini potrebbero avere un’etichetta diversa, a breve. Alla base della decisione, secondo un’indagine demoscopica, c’è il fatto che il 67% dei consumatori italiani intervistati si dichiara disposto a pagare dal 5 al 20% in più per un prodotto lattiero caseario che abbia chiara in etichetta la sua origine italiana.
Dallo studio emerge che per 9 italiani su 10 è importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per latte fresco e i prodotti lattiero-caseari.