L’agricoltura è sul piede di guerra per l'Imu, l’Imposta municipale unica. Mercoledì prossimo, 25 febbraio, con inizio alle ore 8, la Copagri nazionale promuoverà un sit-in davanti alla Camera dei deputati per sensibilizzare i parlamentari e l'opinione pubblica rispetto all'iniquità di questa tassa che colpisce le aziende agricole a partire dai fabbricati e dai beni strumentali, terra compresa,
Lamenta una nota di Copagri: “Aziende, quelle agricole, che già vivono una situazione insostenibile fatta di ricavi che non coprono più l'insieme dei costi produttivi e degli oneri tributari cui devono far fronte. Solo per citare due recenti esempi, al settore è stata ridotta del 23 per cento la quota dei consumi medi di gasolio ammessa alle agevolazioni ed è stata cancellata la deduzione del costo del lavoro agricolo a tempo determinato dalla base imponibile Irap, prevista con la legge di stabilità. Sono nuovi aggravi che fanno il paio con l'Imu, sulla quale, peraltro, non manca grande confusione dopo la nota con la quale l'Istat dichiara di non avere fornito alcun dato per la classificazione delle zone montane, parzialmente tali o per nulla interessate, che invece si rifà ad una legge del 1952”.
Aggiunge la nota: “Nessun aggiornamento, dunque, è stato apportato. La Copagri manifesta nei confronti di una tassa che è contro l'impresa, sottolineando la leggerezza e la superficialità di un provvedimento creato solo nella logica di fare cassa, senza prima realizzare una concreta revisione della spesa laddove è possibile, e i margini sono vasti”.
Proteste arrivano anche dai territori locali. Come dalla Basilicata. “Il decreto legge sull’Imu dei terreni agricoli è iniquo – attacca il presidente lucano della Copagri, Nicola Minichino. “In Basilicata si dovrebbe pagare anche per terreni in zone particolarmente svantaggiate, in aree marginali e montane, identiche a quelle esistenti in comuni esentati. Per cui riteniamo fortemente ingiusto gravare di ulteriori balzelli le aziende del nostro territorio che sono già in difficoltà e che, nonostante tutto, operano in difesa del territorio e contro il dissesto idrogeologico”.
Le parole fanno riferimento al decreto legge con il quale il 23 gennaio 2015 il Consiglio dei ministri ha stabilito che siano esenti dal pagamento dell'Imu i terreni agricoli, situati in comuni classificati montani nell’elenco dell'Istat (già previsto ai fini Ici) sulla base dell’altitudine riportata e diversificando, eventualmente, tra terreni posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola e gli altri.
In pratica, continueranno a non pagare l’Imu solo i possessori di terreni che si trovano in comuni ad oltre 600 metri sul livello del mare o in centri con un’altitudine compresa fra i 281 e i 600 metri, solo se posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Per tutti gli altri terreni agricoli, ricadenti in comuni aventi un’altitudine non superiore a 280 metri, si dovrà, invece, pagare l’intero importo del tributo.
“Questo è il colpo di grazia per l’agricoltura lucana – evidenzia ancora il presidente Minichino. “Come se non fossero già sufficienti le alluvioni devastanti, le grandinate e tutte le varie problematiche che interessano la nostra agricoltura che è in piena crisi. Già tanti terreni vengono sempre più abbandonati per l’impossibilità, soprattutto da parte di conduttori sempre più avanti in età, di tenere fronte a tutte le necessità oltre che alle varie e sempre più continue richieste di pagamenti. Un fatto questo che non giova, per di più, a un territorio instabile e con gravi problemi idrogeologici”. Il massimo dirigente della Confederazione lucana aggiunge quanto la sua organizzazione sia vicina «alle amministrazioni comunali nel portare avanti insieme, a tutti i livelli, questa battaglia contro una quanto mai poco opportuna tassazione perché è una patrimoniale a tutti gli effetti”.
In Molise gli agricoltori sono già scesi in piazza nei giorni scorsi con un sit-in, incontrando poi il prefetto Di Menna e l’assessore all’Agricoltura Facciolla. Tra i temi all’ordine del giorno, oltre quello delle imposte, anche le riduzioni delle agevolazioni sul gasolio, i ritardi nella definizione dei piani di sviluppo rurale e la necessità della creazione di filiere di qualità.