C’era una volta il Polo Sud. Tremila miliardi di tonnellate di ghiaccio sono andati perduti in un quarto di secolo. L’Antartide non ce la fa a tenere testa all’innalzamento delle temperature e vede pian piano sciogliere i suoi ghiacciai che, chiaramente, hanno finora causato l’aumento del livello degli oceani di circa 8 millimetri.
Sono i dati che arrivano da uno studio intitolato “Mass balance of the Antarctic Ice Sheet from 1992 to 2017 che prova l’accelerazione della fusione della calotta in Antartide, individuando in quella occidentale la parte più vulnerabile. Secondo le analisi, è qui, infatti, che più di 6.500 chilometri quadrati di calotta sono scomparsi nel corso degli ultimi 25 anni.
Non solo, quindi, gravi quantità di microplastiche e sostanze chimiche nei campioni di acqua e neve, l’Antartide chiede pietà anche per il surriscaldamento globale che sta dettando lentamente la sua stessa fine. L’Antartico copre un’area di quasi 14 milioni di km quadrati e contiene 30 milioni di km cubi di ghiaccio, attualmente è ricoperto, quasi interamente, da ghiacciai perenni e conserva circa il 90% delle riserve di acqua dolce della Terra. Se dovesse sciogliersi per intero, il livello degli oceani crescerebbe rovinosamente di 60 metri. Ovvero, tante città finirebbero sott’acqua e diverrebro un ricordo (Su tutte, Venezia e Napoli).
Lo studio
La calotta glaciale è un importante indicatore del cambiamento climatico e dell’innalzamento del livello del mare. Gli studiosi hanno combinato osservazioni satellitari del suo volume, del flusso e dell'attrazione gravitazionale con i suo bilancio di massa superficiale per mostrare che ha perso circa 3300 miliardi di tonnellate di ghiaccio tra il 1992 e il 2017, il che corrisponde ad un aumento del livello medio del mare di quasi 8 millimetri.
In questi 25 anni, lo scioglimento guidato dall’oceano ha provocato un aumento dei tassi di perdita di ghiaccio dall’Antartide occidentale, mentre il crollo della piattaforma di ghiaccio ha aumentato il tasso di perdita di ghiaccio dalla penisola antartica da 7 ± 13 miliardi a 33 ± 16 miliardi di tonnellate all’anno.
Negli ultimi cinque anni il processo di scioglimento della calotta ha subito una decisa accelerazione. Oggi la fusione è tre volte più veloce rispetto a soltanto pochissimi anni fa.
Una scoperta che di certo non rassicura, che rappresenta una minaccia diretta soprattutto per le popolazioni che abitano in zone costiere e che pone ancora una volta la stretta urgenza di limitare il riscaldamento globale. L’Accordo di Parigi sul clima, nel 2015, aveva chiesto alla comunità internazionale di limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di due gradi centigradi.