La presidenza-Trump ha portato scompiglio nel mondo, generando un certo inasprimento dei rapporti internazionali, fattispecie che rischia ora di nuocere a Washington.

Gli Stati Uniti oggi vivono quella che viene definita la “crisi delle uova”. Una pandemia di aviaria senza precedenti, infatti, ha decimato via via gli allevamenti porando alla grave carenza di prodotto. Non solo, ma tycoon, fin dal primo giorno del suo nuovo mandato, aveva promesso di abbassare il costo delle uova di cui gli americani sono ghiotti e grandi consumatori. Ma per questi fattori contingenti i prezzi sono cresciuti del 59% a febbraio, un incremento tale che sta aumentando anche il contrabbando di uova dal Messico, tanto che, secondo la polizia doganale, i sequestri sono aumentati sino al 36% in questo anno fiscale rispetto al precedente.
Una situazione drammatica sia per i produttori che per i consumatori: talmente complessa che gli Usa, secondo quanto riportato sulla stampa locale, sono stati costretti a rivolgersi ad alcuni paesi europei, tra cui la Finlandia e la Danimarca, per far fronte alla situazione difficile crisi.
Ma Helsinki ha declinato respingendo la richiesta americana, in quanto da come risulta, non ci sono state trattative di accesso al mercato tra le autorità finlandesi e quelle statunitensi. Per “trattative”, fanno sapere dall’associazione avicola finnica, si intende un processo lungo che comporta ispezioni e studi approfonditi.
Incassato il no dalla Finlandia, gli Stati Uniti si sono rivolti alla Danimarca. E la Danish egg association, riporta la Reuters, si è vista recapitare una lettera da un rappresentante del dipartimento dell’agricoltura Usa in Europa. Nella missiva, quasi provocatoriamente veniva riportato: “stiamo ancora aspettando ulteriori indicazioni da Washington sui prossimi passi, ma avete una stima del numero di uova che potrebbero essere fornite agli Stati Uniti (supponendo che soddisfino tutti i requisiti di importazione)?”.
Gli esperti credono che la Danimarca, rifiuterà. Diciamo che le posizioni assunte da Trump sulla Groenlandia, possedimento danese, non aiuteranno di certo la trattativa. Così come i dazi, che potrebbero finire per gravare, in prima battuta, proprio sui consumatori americani.