Concluso il percorso della Goletta dei laghi 2016 di Legambiente. Il lungo percorso ha portato i volontari in giro per l’Italia per valutare lo stato di salute dei laghi nostrani.
L’edizione 2016 di Goletta dei laghi ha visto Legambiente, con la collaborazione del COOU (Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati), dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, di Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dell’ARPA Umbria.
L’obiettivo della Goletta dei laghi è mettere al centro dell’attenzione i laghi, chiedendo serie politiche nazionali e strumenti per la loro tutela. Sono state rilevate situazioni critiche riguardo la presenza di scarichi e inquinamento, ma non solo. La qualità delle acque e la tutela e una corretta gestione del territorio devono essere considerati strumenti fondamentali, anche nell’ottica di promozione di un turismo sostenibile, che rappresenta una spinta importante per il rilancio economico dell’intero territorio.
Il viaggio della Goletta dei laghi 2016 ha visto i tecnici impegnati in 55 ore di navigazione (per un totale di 108 km lineari percorsi), durante i quali sono stati effettuati 42 transetti in 22 ore di trainata. Analizzata anche la presenza di microplastiche nelle acque, per la cui individuazione sono stati raccolti 100 campioni d’acqua. La rete utilizzata disponeva di maglia ultrafine per catturare particelle inferiori a 5 millimetri.
I dati verranno analizzati dai ricercatori dell’Università Ca’ Foscari, i risultati verranno poi pubblicati in autunno. Ad oggi circa il 60 % delle acque lacustri si trova in uno stato di qualità insufficiente rispetto ai traguardi preposti dalle direttive europee e un italiano su quattro non è servito da adeguata depurazione.
I ritardi in questo settore dal 1 gennaio 2016 costano all’Italia circa 500 milioni di euro all’anno per le 2 sentenze di condanna stabilite dall’Europa negli anni scorsi. Il bilancio 2016 restituisce numerosi scarichi non depurati, a causa di depuratori mal funzionati o reflui fognari che illegalmente confluiscono in fossi, canali o direttamente nei laghi.