L'Irlanda va avanti. Ha appena inviato a Ginevra la notifica ufficiale, nel rispetto delle procedure di autorizzazione previste dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, circa la proposta di introdurre a livello nazionale l’obbligo di etichettatura sanitaria sulle bevande alcoliche, che prevede indicazioni del tenore di quelle individuabili sui pacchetti di sigarette, "l’alcol nuoce gravemente alla salute", ad esempio. Una scritta che allarma e che non informa, che mette sullo stesso piano il vino ed il whiskey.
Dopo Bruxelles adesso Ginevra
La battaglia, ora, si sposta da Bruxelles a Ginevra, dove l’Italia dovrà subito individuare possibili alleanze, almeno tra i Paesi produttori di nettare. Ricordiamo che l’Italia è il Paese leader per produzione, davanti a Francia (che però ha margini più alti) e Spagna. Insieme, i tre pilastri del mediterraneo costituiscono il 49% della produzione mondiale (fonte Oiv, dati relativi alla vendemmia 2021).
Il principale obiettivo dell’azione diplomatica nostrana è l’aggancio a Washington, quarto produttore mondiale. È noto il contatto con la Missione statunitense a Bruxelles, affinché anche Washington possa sollevare osservazioni in sede OMC. I rappresentanti tricolori in seno alla Comagri intendono contrastare la norma, non solo perché è sbagliata e discriminatoria nei confronti di migliaia di produttori d’eccellenza italiani ed europei, ma anche per il fatto che rappresenta una barriera commerciale a livello internazionale. e sembra che altri due Paesi anglosassoni, Canada ed Australia, stiano valutando di adottare la stessa misura.
Dove va l’Europa?
Rimane il rimpianto per il fatto che l’Europa non si è dimostrata capace di difendere i propri prodotti di qualità né tantomeno il libero mercato interno. L’approvazione di tale norma sarebbe un precedente preoccupante. La Commissione ha scelto la linea del silenzio, per cui adesso è l’Italia ad intestarsi la battaglia. Ed i Paesi produttori devono fare fronte comune.Bruxelles, per il momento, ha scelto la strada del silenzio.
Il comparto vino rappresenta 12,2 miliardi di fatturato, di cui oltre il 50% viene dall’export. Gli spiriti valgono 4 miliardi e gli aceti oltre 1. Sono dei comparti che rappresentano una bandiera del Made in Italy ed è la più ampia parte dell’export agroalimentare italiano, dunque un comparto da tutelare e da sviluppare sempre di più.