Per l’anno in corso si prevede in Italia un aumento delle superfici seminate a soia del 10% rispetto al 2021, anno in cui secondo l’Istat sono stati interessati 285 mila ettari. Va male invece per il mais, per il quale è attesa una contrazione del 5%, rispetto ai complessivi 960 mila ettari dell’anno precedente. La previsione emerge da un’indagine di Assosementi, associazione che riunisce le aziende sementiere italiane, condotta su due delle principali colture industriali del nostro paese.
Grave la carenza di mais, una delle colture italiane più strategiche, fondamentale per l’alimentazione animale e per le produzioni agroalimentari di eccellenza. Da anni nel nostro Paese l’area di coltivazione del mais mostra una preoccupante contrazione, con conseguente aumento delle importazioni per rispondere all’interno fabbisogno.
Oggi il mercato riconosce alla granella di mais prezzi più alti rispetto al passato. Eppure, la tendenza non si è invertita, perché gli agricoltori sono scoraggiati dall’aumento dei costi di molti fattori di produzione, in particolare dei fertilizzanti, che riducono drasticamente gli effetti delle attuali quotazioni. Ma c’è dell’altro. Anche altri fattori giocano un ruolo importante in questa situazione. Alcuni sono strutturali, come la scarsità delle superfici, accentuata da un’annata record per le semine di frumento. Altri invece congiunturali, come l’andamento meteorologico. La paura della siccità, derivante da una prolungata assenza delle piogge, è un aspetto che ha inciso sulle scelte di molti agricoltori.
Circa una prospettiva reddituale, dunque, il mais sembra meno competitivo rispetto ad altre scelte colturali, come appunto la soia, che è meno esigente in termini di apporti, soprattutto di azoto e dunque comporta costi di produzione inferiori.
“Alla luce dei rischi legati a un’eccessiva dipendenza dall’import di materie prime e in considerazione delle scelte strategiche che il nostro Paese sta definendo per l’applicazione in Italia della riforma della Pac, l’auspicio è che i nostri policy-maker optino per misure in grado di contribuire al rilancio delle produzioni maidicole in Italia”, le parole di Paolo Marchesini, presidente della sezione colture industriali di Assosementi