La seconda Assemblea delle Nazioni unite per l’Ambiente (UNEA2) ha presentato il rapporto sull’inquinamento mondiale e sulla sua incidenza a livello globale. Il documento è stato realizzato dall’UNEP, l’agenzia responsabile del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Secondo tale rapporto il vero killer e il pericolo più urgente sarebbe l’inquinamento, che riuscirebbe a mietere più vittime della guerra di un fattore pari a 234. Basti pensare ai 12,6 milioni di morti premature (il 23% del totale) del 2012. A Nairobi non si è parlato solo di inquinamento in sé e per sé, ma anche dell’azione di sostanze chimiche particolarmente tossiche e del fenomeno del cambiamento climatico, che sarebbero comunque ad esso collegati.
Sarebbero 7 milioni ogni anno le vittime dell’inquinamento atmosferico. Al conto bisogna poi aggiungere anche le 107.000 persone che muoiono ogni anno per aver subito esposizione ad amianto e le 654.000 vittime dell’esposizione al piombo. Sono poi 842.000 le persone che ogni anno muoiono per mancanza di acqua potabile e per le patologie che questo comporta; 606.000 sono invece i morti causati dai disastri naturali a partire dal 1995 in poi.
Non tutti i Paesi sono colpiti allo stesso modo: è l’Asia sud-orientale ad avere la peggio con il maggior numero di vittime, il 28% del totale; anche il Pacifico occidentale si avvicina alla stessa cifra con il 27%; nell’Africa sub-sahariana si arriva ad un 23% e in Medio Oriente al 22%.
Si scende al 15% dell’Europa e dei Paesi non OCSE (Organisation for Economic Co-operation and Development) dell’America, mentre quelli OCSE (USA, Canada, Messico, Cile) hanno una percentuale di morti dovute a condizioni ambientali degradate pari all’11%.
I dati per fortuna non sono solo negativi, in questi anni sono stati fatti anche degli importanti passi avanti: per esempio il problema del buco dell’ozono è stato in parte risolto grazie al blocco della produzione di circa un centinaio di sostanze che l’avevano determinato e questo permetterà che dal 2030 in poi ci siano 2 milioni di casi in meno di tumori alla pelle e molti milioni in meno di casi di cataratta.