Sono soprattutto Grecia e Tunisia i Paesi fornitori di olio di oliva dell'Italia, con un quantitativo importato, nel 2015, di cinque volte superiore rispetto al 2014. È quanto si evince dalle elaborazioni Ismea su dati Istat relativi ai primi 10 mesi dell'anno.
Sostanzialmente, alla base di questa dinamica, c’è lo spazio lasciato dall’olio iberico. Si è infatti verificato il dimezzamento degli acquisti dalla Spagna, scesi a 260 mila tonnellate (rispetto alle 466 nel periodo gennaio – ottobre 2014), a causa di una scarsa disponibilità della campagna 2014-2015.
Nonostante l'incremento a tripla cifra degli arrivi dagli altri partner commerciali del Mediterraneo – oltre a Grecia e Tunisia anche i conferimenti dal Marocco sono impennati del 200% – l'import italiano nel periodo in esame si è attestato a 484 mila tonnellate, l'8% in meno sui primi 10 mesi del 2014. Le importazioni in valore al contrario hanno registrato un balzo in avanti del 37% di riflesso all'aumento medio dei listini, che hanno risentito inevitabilmente del deficit di prodotto immesso nei circuiti commerciali internazionali.
Un andamento destinato progressivamente ad attenuarsi nel 2015 e probabilmente ad invertirsi nel corso del 2016, considerata l'abbondante produzione di quest'anno dei primi due player mondiali, Italia e Spagna, che dovrebbe a breve ripristinare una situazione di normalità negli scambi.
In base alle ultime ricognizioni dell'Istituto effettuate a gennaio e i dati delle dichiarazioni dei frantoi, si evince infatti, un forte incremento produttivo per l'Oliveto Italia che dalle 222 mila tonnellate della scorsa campagna potrebbe arrivare quest'anno a una produzione superiore a 380 mila (+70%).
Per chiudere, da considerare anche, sottolinea l'Ismea, che la produzione olivicola tunisina, in base alle ultime stime Coi, potrebbe risultare più che dimezzata rispetto nel 2016 rispetto alle 340 mila registrate nella campagna precedente.
È in questo contesto che si collocherebbe, il contingente di 35 mila tonnellate a dazio zero di olio proveniente dalla Tunisia e che potrebbe entrare nel mercato comunitario dopo il via libera di Bruxelles.