La manovra finanziaria da 70 miliardi metterà al sicuro anche 40 miliardi di debiti dell'agricoltura italiana che potra' far ricorso alla esdebitazione, ampiamente usata negli altri settori produttivi. La aziende agricole non possono fallire ma neppure definire i debiti con i creditori come fanno altre imprese, attraverso il concordato preventivo previsto dalla legge fallimentare. Da oggi questo strumento accessibile anche agli agricoltori e il concordato sarà garantito da Ismea che dispone di un plafond di 50 milioni di euro. Le aziende agricole lamentano da tempo difficoltà finanziarie dovute ad esposizione debitorie nei confronti del sistema bancario, di Inps e del Fisco e che rischiano di comprometterne l'esistenza stessa: 980 mila aziende agricole risultano infatti esposte, e di queste più di 700 mila nel Mezzogiorno d'Italia. Attraverso l'iniziativa del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, per la prima volta, dopo 59 anni, estende all'imprenditore agricolo due importanti istituti del diritto fallimentare quali l'accordo di ristrutturazione dei debiti e la transazione fiscale, sino ad ora a beneficio dei soli imprenditori commerciali, senza determinare l'ulteriore effetto del fallimento.
Gli strumenti sono: ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE (182-BIS): La norma prevede, in sintesi, che l'imprenditore in stato di crisi possa richiedere al Tribunale, depositando la documentazione necessaria, l'omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i creditori rappresentanti almeno il sessanta per cento dei crediti, unitamente ad una relazione redatta da un professionista (ad esempio un dottore commercialista) in possesso dei necessari requisiti sull'attuabilità dell'accordo stesso, con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare il regolare pagamento dei creditori estranei. L'accordo è pubblicato nel registro delle imprese e acquista efficacia dal giorno della sua pubblicazione.Dalla data della pubblicazione, e per sessanta giorni, i creditori per titolo e causa, anteriore a tale data non possono iniziare o proseguire azioni cautelari o esecutive sul patrimonio del debitore. Entro trenta giorni dalla pubblicazione i creditori e ogni altro interessato possono proporre opposizione. Il tribunale, decise le opposizioni, procede all'omologazione in camera di consiglio con decreto motivato.
TRANSAZIONE FISCALE (182-TER): La norma prevede, in sintesi, che il debitore possa proporre il pagamento – parziale o anche dilazionato – dei tributi amministrati dalle agenzie fiscali e dei relativi accessori, nonchè dei contributi amministrati dagli enti gestori di forme di previdenza e assistenza obbligatorie e dei relativi accessori, limitatamente alla quota di debito avente natura chirografaria anche se non iscritti a ruolo, ad eccezione dei tributi costituenti risorse proprie dell'Unione europea; con riguardo all'imposta sul valore aggiunto ed alle ritenute operate e non versate, la proposta può prevedere esclusivamente la dilazione del pagamento. All'arrivo della "finestra", si calcola che quasi un terzo delle aziende agricole indebitate siano a rischio chiusura, con un aggravamento evidente nell'ultimo triennio di crisi. Secondo il Ministro, si tratta "di un favore nei confronti del comparto agricolo che ha una fragilità strutturale, perchè l'imprenditore agricolo è un possidente povero, ha i terreni ma non ha liquidità"; per il ministro "era una norma che era già a regime, a beneficio dei soli imprenditori commerciali, e l'abbiamo estesa a questo mondo senza determinare l'ulteriore effetto del fallimento". La novità normativa è stata, a ben vedere, anche il frutto di un'emergenza: liberare dal rischio incombente della dichiarazione di insolvenza migliaia di agricoltori che altrimenti non avrebbero neppure potuto accedere ai contributi Pac. Le sofferenze dell'agricoltura italiana sembrano riguardare tanto l'Agenzia delle Entrate e l'Inps quanto le banche, e il tema sarà affrontato in un tavolo di coordinamento sia con l'Inps e l'Agenzia delle Entrate che con l'Abi, l'associazione delle banche italiane.