Sistemi che sfruttano le pendenze naturali dei terreni, la semplice forza di gravità e l’energia solare per irrigare e fertilizzare i campi, possono essere la base su cui costruire lo sviluppo rurale anche in condizioni di risorse scarse.
La diffusione di tecnologie efficienti, economiche e sostenibili passa sempre di più per iniziative che vedono il settore privato agire in collaborazione con le istituzioni pubbliche, gli enti non profit, le grandi agenzie per lo sviluppo e i donatori nazionali e internazionali.
Di questi temi hanno discusso al Parco Tecnologico di Lodi i delegati Expo di 16 Padiglioni africani e i partner privati e di ricerca del progetto lodigiano DemoField Agriculture of Tomorrow. Le delegazioni africane da Expo provengono da: Ghana, Gabon, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Angola, Eritrea, Tanzania, Senegal, Zimbawe, Camerun, Burundi, Sierra Leone, Uganda, Costa d’Avorio, Togo, Isole Comore.
“Al centro del progetto sta l’impiego di tecnologie e innovazioni pensate per migliorare le produzioni agro-alimentari nei più diversi contesti agronomici – ha spiegato Gianluca Carenzo, Direttore del Parco Tecnologico di Lodi – L’EXPO è un’occasione unica per confrontare i diversi sistemi produttivi e creare condizioni e legami per collaborazioni future”.
Sono stati approfonditi il funzionamento e le caratteristiche di impianti per l’irrigazione a goccia su piccola scala azionati da sistemi di pompaggio solare. Si è parlato delle potenzialità di questi sistemi per aumentare le rese ottimizzando l’utilizzo di acqua e nutrienti partendo da un’analisi delle caratteristiche di suolo e clima.
“Siamo molto interessati a queste nuove tecnologie per l’agricoltura – ha detto Dgibril Sarr del Ministero del Commercio del Senegal – e stiamo sviluppando un progetto trilaterale con Italia, Israele e Senegal per l’irrigazione moderna di 70 villaggi. Il nostro Paese ha diversi fiumi, ma non le tecnologie per utilizzare l’acqua in agricoltura”.
Progetti simili sono allo studio in altri Paesi, come ha riferito Sugar Chagonda, Delegato Expo dello Zimbabwe: “Il Governo sta lanciando un piano per la meccanizzazione dell’agricoltura e per la redistribuzione della terra ai contadini. Stiamo costruendo dighe e siamo interessati a tutti i sistemi di irrigazione che ci sono stati presentati al Demo Field del Parco Tecnologico. Il 31 agosto faremo un workshop al cluster cereali in Expo dove speriamo di incontrare aziende e esperti italiani”.
Sono stati poi affrontati alcuni delle principali criticità che stanno frenando lo sviluppo delle produzioni alimentari nell’Africa sub-sahariana. “Se in Europa, Nord America e Oceania la quota maggiore di spreco di cibo avviene all’atto del consumo, nell’Africa Sub-Sahariana il problema riguarda la fase di produzione e post raccolta, ed è qui che è necessario compiere un salto di qualità – continua Carenzo”.
“La piccola dimensione dell’azienda non è un problema in sé – afferma Francesco Scrano di Syngenta Italia – ma i piccoli produttori hanno bisogno di supporto per aumentare produttività, profittabilità e sostenibilità e contribuire alla sicurezza alimentare del pianeta”. In Africa oggi questa situazione riguarda 150 milioni di piccoli produttori, in Asia 600 milioni.
Una delle parole chiave del convegno è stata l’efficienza, intesa come quantità di risorse utilizzate per unità di raccolto. Partendo dalla produttività dei suoli, si è parlato di efficienza energetica, idrica, dell’uso di pesticidi e di fertilizzanti nelle applicazioni agricole. Sono state poi discusse le problematiche principali delle filiere alimentari, partendo dal ruolo degli intermediari che acquistano a volte fino al 90% delle produzioni dei contadini e trattengono per loro la gran parte del valore economico. L’innovare, e l’accesso all’innovazione in agricoltura, faranno la differenza, in particolare in Africa, tra sviluppo e mera sussistenza.