Fino al 2019 l’eCommerce in Italia valeva solo il 7% delle vendite totali. Nelle ultime settimane, il 100% degli italiani è entrato in contatto con il fenomeno e c’è da giurare che da ora in poi in molti non ne potranno più fare a meno.
L’avvento del Covid-19 ha avuto in queste settimane un impatto rivoluzionario anche sulle dinamiche comerciali: milioni di italiani hanno comprato in rete per la prima volta, potendo finalmente constatare con i propri occhi che l’e-commerce funziona ed è comodo. Su questo dato verte l’analisi di XChannel, società di marketing e comunicazione crosscanale di Milano, che ha realizzato “Rivoluzione eCommerce”, con un focus sull’e-Grocery
Stando ai dati Google, la mobilità degli italiani per recarsi in negozi alimentari, drugstore in generale e farmacie, e dunque per comprare beni di prima necessità dal cui acquisto non si può prescindere, è diminuita del 42% nell’ultimo mese e mezzo. Di contro l’eGrocery da metà febbraio a metà aprile ha registrato una crescita settimanale media del 119% rispetto all’anno precedente, con picchi di +217%. Per non parlare dei last milers, trainati dall’app di delivery Glovo, che fa x3 rispetto al 2019. E, infine, i marketplace: l’app di mobile banking Revolut ha analizzato le abitudini di consumo degli italiani nell’ultimo mese e mezzo, dichiarando che AliExpress ha registrato un aumento spaventoso delle transazioni, facendo +90%, mentre Amazon fa +38%, che considerando i già altissimi volumi di transazioni medie sulla piattaforma non è poco.
Nuovi comportamenti di acquisto
L’analisi di XChannel ha preso in considerazione anche i comportamenti di interesse e considerazione, studiando le ricerche effettuate dagli utenti su Google in relazione ai principali settori della GDO: Abbigliamento, Beauty, Elettronica, Giocattolo e Servizi alimentari. Il risultato dell’analisi è che le ricerche avvengono prevalentemente per specifico prodotto (32%) come ad esempio crema o scarpe, per marketplace (16%) ossia Amazon e per brand o eShop (16%).
Analizzando e confrontando i big-data di Google e Amazon si vede come, dall’arrivo del Coronavirus, non solo siano aumentati gli acquisti online, ma anche come siano cambiati i comportamenti di consumo sempre più spostati a soddisfare le esigenze del maggiore tempo trascorso a casa per tutta la famiglia.
I più venduti
Secondo i dati di Amazon del periodo febbraio-aprile 2020, infatti, le categorie che stanno crescendo maggiormente in termini di vendita sono, come sappiamo bene, le mascherine chirurgiche, che crescono del +12.559%, la spesa online – che è il driver del nuovo e-commerce – +5436%, e i prodotti per fare palestra in casa + 1053%.
Gli strumenti interni di XChannel per leggere i numeri di Amazon, che la società mette tutti i giorni a disposizione dei propri clienti, certificano anche i numeri di crescita della categoria food. In particolar modo la ricerca dei prodotti a più alta conservazione è aumentata in maniera eccezionale su Amazon e vede come prima query di ricerca (+700%) il tonno in scatola. I dati del Beverage mostrano un'interessante crescita della birra, più del vino, +421% e soprattutto, più del vino che dell’acqua: + 314% vino, +203% acqua.
Nel settore dell’Home Care, Amazon rileva che i detersivi casa con funzione igienizzante sono anch’essi in crescita enorme. Oltre al caso della carta igienica con un +427%, anche detersivi lavatrice e detersivi pavimenti hanno trovano terreno fertile col +201% sugli acquisti.
In questo contesto XChannel, grazie ai suoi tools di analisi che leggono le vendite su Amazon, rileva che il segmento dei giocattoli, in generale, non ha avuto alcuna frenata. Anzi, solo accelerazioni. Tra tutti i giochi sono i puzzle per adulti quelli che crescono di più: +828%. I giochi creativi per bambini e ragazzi hanno un’impennata simile: +699%.
I meno venduti
Le categorie in perdita sono categorie di prodotti che normalmente si usano per uscire, borse da lavoro (-48%), e i prodotti usati per gli spostamenti, borse da viaggio, valigie. Anche l’abbigliamento formale è in declino: le cravatte non sono che l’esempio più evidente, in calo del 49%, di uno sdoganamento nelle videoconferenze di una nuova informalità casalinga. In ogni caso, come si vede, le categorie in decrescita sono poche e decrescono in maniera tutto sommato contenuta.