Sempre più viva nel nostro Paese la finanza alternativa green, sostenuta e rappresentata dalla sempre più grande comunità di «investitori etici».
L’obiettivo di questa nuova branca della finanza è quello di sostenere progetti finalizzati alla riduzione delle emissioni di CO2. In Italia, la crescita di questa «finanza etica» a favore dell'ambiente su base annua è del +138%. Nell'ultimo anno la «raccolta green» è più che raddoppiata.
«Grazie anche ad un numero crescente di persone che vogliono differenziare il loro portafoglio di investimenti, integrandolo con opportunità dal rendimento medio-alto e nel contempo stabili e resilienti rispetto —ad esempio— all'andamento del mercato azionario» le parole di Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore di Ener2Crowd nonché chief analyst del GreenVestingForum.it, il forum della finanza alternativa verde.
Attraverso le opportunità di investimento disponibili sulla piattaforma, è possibile "vivere" la riduzione delle emissioni di CO2 come un'opportunità. Secondo l'Indicatore di Intensità Sostenibile di Investimento (ISI), ogni euro investito produce una riduzione di emissioni di CO2 pari a 0,52 kg.
E se nel modello economico basato sulle fonti fossili una tonnellata di CO2 produce danni per un controvalore di circa 100 euro, nel mondo della finanza alternativa green ogni tonnellata di CO2 abbattuta produce un rendimento annuo di 100 euro.
A guidare la classifica con la maggiore percentuale di spesa capex è la Lombardia (36,33%), seguita da Veneto con il 14,56%, Emilia-Romagna con l'11,09% e Piemonte con l'8,83%, confermando dunque una partecipazione a trazione prevalentemente legata alle regioni del Nord Italia.
Ottimi segnali provengono anche dalla Campania e dalla Sicilia. In quest'ultima regione si è concentrata l'attenzione di grandi utility che hanno sperimentato per la prima volta modelli di coinvolgimento delle comunità locali nella condivisione dei benefici prodotti dalla presenza di impianti agrivoltaici.