I prezzi dei prodotti agricoli sono scesi anche in aprile. L'indice dei prezzi alla produzione elaborato dall'Ismea ha fatto segnare un valore pari a 104,2 (base 2010=100), riportando, in seguito all' ulteriore calo congiunturale dello 0,9%, una flessione del 13,9% rispetto al livello dei prezzi di aprile 2015.
La situazione deflativa dei listini agricoli nazionali si riflette, seppur in maniera più contenuta, nel calo dei prezzi al consumo di beni alimentari e bevande inclusi alcolici, il cui livello si riduce dello 0,1% su base annua.
Tale calo è determinato dalla flessione dei prezzi al consumo dei beni alimentari non lavorati, che in aprile segnano una variazione negativa dello 0,5%, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, nonostante la lieve ripresa sui prezzi di marzo (+0,4%).
L'Indice core – elaborato dall'Ismea escludendo i gruppi di prodotti "ortaggi" e "frutta fresca" – fortemente influenzati da fattori stagionali (e conseguentemente caratterizzati da grandi oscillazioni di prezzo) – scende a quota 107,7 (2010=100), con una flessione dell'8,7% su base annua. Si tratta, sottolinea l'Istituto, della variazione più significativa dal 2010, a conferma dell'accelerazione della tendenza deflativa di fondo dei prezzi agricoli.
Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti vegetali, i dati di aprile mostrano una dinamica annua fortemente negativa (-19,2% su base annua), di riflesso ai significativi cali di frutta e olii (rispettivamente -39,6% e -30,3% su base annua) e cereali e ortaggi (-9,3% e -12,5%). Anche in questo mese, l'unico dato positivo su base annua per il comparto vegetale è fornito dalle colture industriali (8,2%). Su base congiunturale il comparto vegetale non evidenzia, invece, variazioni di rilievo, eccezion fatta per i semi oleosi che registrano un avanzamento dei listini del 6,6% rispetto a marzo.
Anche nel comparto zootecnico, la dinamica annua resta deflativa (-6,5%). Il dato tendenziale riflette, infatti, le variazioni annue negative di tutti i prodotti e, in particolare, delle uova, che cedono il 23,9% rispetto a marzo 2015. Emerge un quadro sfavorevole anche su base congiunturale (complessivamente -1,5%), con flessioni generalizzate in tutte le voci.