L'inquinamento atmosferico mondiale peggiora: il 92% della popolazione vive in luoghi in cui i livelli di qualità dell'aria non soddisfano i limiti fissati dall'Oms per le particelle sottili, ovvero una media annuale di 10 microgrammi per metro cubo. Il dato è contenuto nell'ultimo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
L'analisi svolta dall'università di Bath, nel Regno Unito, ha preso in considerazione i dati, rilevati attraverso satelliti e rilevatori di terra, provenienti da 3.000 luoghi, sia urbani che rurali, in tutto il mondo. Mediterraneo orientale, Sud-est asiatico e Pacifico occidentale: queste, secondo l'Oms, le aree esposte a livelli di inquinamento "particolarmente alti". Esclusa la regione delle Americhe, meno del 20% della popolazione del resto del mondo vive in luoghi dove la qualità dell'aria corrisponde alle norme previste dall'Organizzazione mondiale della Sanità.
Qual è il costo in termini di vite umane? Nel mondo circa 3 milioni di decessi sono legati all'esposizione all'inquinamento atmosferico. Considerando anche quello degli ambienti chiusi, sono in totale 6 milioni e mezzo. Di questi, il 95% è dovuto a malattie non trasmissibili: problemi cardiovascolari o polmonari cronici oppure cancro ai polmoni. Inoltre l'inquinamento atmosferico aumenta il rischio di acute infezioni respiratorie.
I paesi a reddito medio-basso sono quelli che pagano il prezzo più alto in termini di vite umane. In particolare, 2 decessi su 3 si concentrano nel Sud-est asiatico e nell'area del Pacifico orientale.
Cause – Il rapporto punta il dito contro le principali fonti di inquinamento atmosferico, tra cui "i mezzi di trasporto inefficienti, i combustibili per uso domestico, la combustione dei rifiuti, le centrali elettriche alimentate a carbone e le attività industriali".
Cosa possiamo fare – L'Oms propone anche delle strategie da mettere in campo per ridurre i livelli di inquinamento troppo alti, puntando sulla sostenibilità ambientale in diversi settori. In particolare serve un sistema dei trasporti più sostenibile, una diversa gestione dei rifiuti solidi, l'uso di stufe e combustibili puliti per le famiglie così come energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni industriali. Energie rinnovabili e riduzione delle emissioni industriali sono altri due pilastri, suggeriti dall'Oms, per salvaguardare la buona qualità dell'aria.
Lotta all'inquinamento – Gli esperti sperano di poter far leva su questi nuovi dati per impegnare la comunità internazionale a maggiori sforzi a favore dei una migliore qualità dell'aria.
Nel del 2015, i leader mondiali, riuniti a Parigi in occasione dellaCop21, si sono impegnati, come Obiettivo di sviluppo sostenibile, a ridurre in modo significativo, entro il 2030, il numero di morti e di malattie causate da inquinamento atmosferico. L'art. 3 dell'accordo, firmato anche dai paesi con i più alti livelli di emissioni inquinanti, Stati Uniti e Cina, prevede che i paesi "puntino a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile" per poi procedere a "rapide riduzioni dopo quel momento".
Lo scopo è raggiungere "un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo". Il trattato di Parigi, il primo accordo sul clima, entrerà in vigore solo se ratificato da 55 paesi responsabili del 55% delle emissioni globali di gas serra. Stando ai dati dell'Oms, non possiamo sprecare altro tempo.
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