L'Italia ha perso quasi la metà delle sue imprese agricole (-48,6%) nell'arco di dieci anni, fra 2003 e 2013, mentre l'area dei terreni impiegati è calata solo del 7,8%. Lo afferma Eurostat, secondo cui nel 2013 c'erano almeno 10,8 milioni di agricoltori nell'Unione europea, che ha registrato una perdita di oltre quattro milioni di aziende rispetto al 2003, più di una su quattro, mentre l'area coltivata è rimasta sostanzialmente stabile.
Il retro-dato sta nel fatto che, a parità di superficie agricola ma con la metà delle imprese, una parte ha chiuso ma si è verificata probabilmente anche quella maggiore integrazione tra produttori agricoli che hanno iniziato ad unirsi.
Gli agricoltori europei e italiani si confermano “maturi”. Quasi un imprenditore su tre è over 65 nell'Ue (31,1%), il 39,7% in Italia, che si piazza al quarto posto in questa categoria. Il record negativo in questa speciale classifica tocca ai portoghesi (50,1%), seguiti dai romeni (41%) e ciprioti (40%).
All'altro estremo si collocano tedeschi (6,5%), austriaci (8,6%), polacchi (9,6%), finlandesi (10,2%), francesi (12,4%) e lussemburghesi (14,4%). In Italia gli under 35 sono ancora fermi a quota 4,5%, fra i 35 e i 44 anni al 10,8%, fra i 55 e i 64 anni al 23,3%.
L'Italia si piazza al settimo posto per quantità di terreni agricoli rispetto al totale dell'Ue (6,9%), che si concentrano soprattutto in Francia (15,9%) e Spagna (13,4%), seguite da Gran Bretagna (9,9%), Germania (9,6%), Polonia (8,3%) e Romania (7,5%). Se il numero di aziende nell'Ue è calato, la media di terreni per impresa agricola è cresciuta, con una ampiezza di 16,1 ettari nel 2013, contro gli 11,7 ettari del 2003.