In occasione della prima edizione di “Luv”, la fiera europea interamente dedicata alla filiera dell’uva da tavola, si è svolta a Bari un’attività di incoming per buyer e importatori esteri, organizzata dal Masaf in collaborazione con Ismea. L’iniziativa, “Table grape business tour”, segue di qualche settimana l’Apple business tour in Trentino Alto Adige, tappa per buyer da Perù, Taiwan e Vietnam invitati alla scoperta, in questo caso, della filiera melicola. Al pari delle mele, l’uva da tavola rappresenta uno dei prodotti ortofrutticoli italiani a maggior vocazione all’export, con un valore delle esportazioni che nel 2023 ha superato gli 820 milioni di Euro, il 13% in più rispetto al 2022, e una crescita ancora più marcata (+36%) nei primi 7 mesi di quest’anno.
L’Italia è il primo produttore europeo di uva da tavola e il terzo esportatore mondiale dietro il Perù e i Paesi Bassi, con una quota del 10% degli scambi globali del settore: un posizionamento ottenuto grazie alla riconosciuta qualità delle sue varietà storiche alle quali, nel tempo, è stato affiancato un numero crescente di nuovi impianti di varietà senza semi.
Il Table grape tour ha visto la partecipazione di buyer e importatori provenienti da Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Polonia, Vietnam e Canada individuati dal Masaf e dall’Ismea con il supporto di Ice e il coinvolgimento operativo della Cut, la Commissione italiana uva da tavola. Dal 22 al 24 ottobre la delegazione estera è stata coinvolta in una serie di attività e incontri per rafforzare le relazioni commerciali internazionali del comparto, tra cui visite in importanti realtà produttive e di confezionamento pugliesi, incontri B2B presso la Fiera Luv con le principali organizzazioni di produttori nazionali e momenti dedicati alla scoperta del territorio, delle sue tradizioni enogastronomiche e culturali.
La produzione uva da tavola 2024
La campagna 2024 delle uve da tavola italiane conta su una produzione di circa 800 milioni di kg, in riduzione sul 2023, annata che aveva a sua volta fatto registrare un netto calo rispetto alle precedenti. Sulla riduzione di quest’anno hanno inciso soprattutto il calo delle superfici, che risente degli espianti delle varietà tradizionali di uve con semi a favore di quelle senza semi, e i problemi climatici e fitosanitari, tra cui in particolare la prolungata siccità che ha colpito le principali aree di produzione in Sicilia e Puglia, determinando un’ulteriore riduzione delle rese. In compenso dal punto di vista qualitativo le uve presentano un profilo ottimale sia in termini di colorazione sia di contenuto zuccherino.
Commercio estero
A livello mondiale gli scambi di uva da tavola coinvolgono un quantitativo di circa 5 milioni di tonnellate di prodotto per un controvalore di 9 miliardi di Euro. Nel 2023 il Perù è stato il primo esportatore mondiale con una quota in valore del 19%, davanti ai Paesi Bassi e all’Italia (entrambi al 10%), Cina e Cile (al 9%) e Usa (8%). L’Italia rappresenta il principale produttore europeo e il terzo esportatore globale con un fatturato all’estero di oltre 820 milioni di Euro.
I dati dell’export
L’andamento delle esportazioni italiane di uve da tavola tra il 2020 e il 2023 ha evidenziato una riduzione in termini di volumi, passati da 469 a 384 milioni di Euro, mentre l’aumento dei prezzi medi da 1,55 a 2,14 Euro al chilo ha determinato l’aumento degli introiti da 727 milioni di Euro del 2020, a 821 milioni di Euro del 2023, con una prospettiva di un ulteriore rafforzamento della tendenza nel 2024 (+36% nei primi sette mesi dell’anno).
Principali mercati di sbocco
Tra i mercati di sbocco delle uve da tavola italiane, il podio dei clienti è composto da Germania, con più di un terzo dell’export complessivo, Francia (con uno share del 16%) e Polonia (l’8%). Tra i clienti extra europei, si distinguono alcuni paesi del Golfo, in particolare Arabia Saudita ed Emirati Arabi, anche se nel 2023 c’è stato un rallentamento dei flussi verso quest’ultima destinazione.
Bilancia commerciale
Sul fronte passivo della bilancia commerciale, si osserva un incremento delle importazioni da parte dell’Italia cresciute tra il 2020 e il 2023 da 18 a 20 milioni di kg raggiungendo un valore di 54 milioni di euro. Tra i fornitori spiccano i Paesi Bassi, leader per le forniture di prodotto di contro stagione, e la Spagna, per il prodotto stagionale. Questi due Paesi coprono il 60% delle importazioni in termini di valore, mentre tra i fornitori extra Ue si distinguono Perù (10%), Egitto (8%) e Cile (5%).