Secondo l’Osservatorio Nazionale Miele, in base ai dati raccolti su tutto il territorio nazionale, elaborati e presentati nel consueto Report annuale, la produzione tricolore torna a crescere.Nonostante l’elevata mortalità e una situazione climatica non particolarmente favorevole, nelle regioni vocate del Nord e in alcune zone del Centro, sono state ottenute rese discrete di miele di acacia e produzioni buone anche se disomogenee per i raccolti estivi. E ricordiamo che l’annata non è partita bene, portandosi addosso il fardello della siccità del 2017 e le gelate di inizio marzo (il burian, lo ricordate?) che hanno colpito la popolazione.
Mentre al Centro e al Nord gli apicoltori hanno potuto tirare un sospiro di sollievo dopo molte annate negative, al Sud l’andamento climatico ha pregiudicato i raccolti per tutto l’anno a partire dal miele di agrumi le cui rese sono state scarse, soprattutto in Sicilia.
Dai dati delle rese produttive applicati al numero di alveari in Banca Dati Apistica nazionale, emerge una produzione nazionale di circa 22.000 tonnellate, a testimoniare un’annata produttiva complessivamente accettabile ma con forti disomogeneità a livello territoriale.
Desta invece preoccupazione la situazione anomala di mercato che si è verificata a partire dal mese di settembre, con uno stallo delle compravendite e con quotazioni in sensibile diminuzione per tutti i principali mieli. La causa è da ricercare sia nelle buone produzioni registrate nel Nord Italia e in altri paesi produttori sia nel tendenziale consolidamento all’acquisto di miele a basso prezzo dall’estero da parte della GDO.