Le pratiche irrigue sono essenziali per la sicurezza e la sovranità alimentare mondiale, e devono essere un capitale di conoscenza condiviso per promuovere lo sviluppo sostenibile e la pace. Non a caso, dall’anno 2000 a oggi l’acqua è stata al centro di circa 1050 conflitti, verificatisi in gran parte in Africa e Asia (lo afferma il Pacific Institute). I numeri dicono che nel 2050 la domanda di acqua globale supererà del 40% l’offerta, mettendo a rischio il 45% del PIL globale prodotto dall’agricoltura, il 52% della popolazione e il 40% della produzione di grano mondiale.
Su queste basi, è stato presentato il position paper dal Crea Politiche e Bioeconomia, per celebrare la Giornata Mondiale dell’Acqua. Il documento contiene la visione e l’esperienza delle istituzioni e le loro raccomandazioni future (a partire dall’Italia), utili a stimolare la capacità di cooperazione e di governance.
I temi affrontati vanno dalla disponibilità della risorsa idrica, a garanzia della sicurezza e sovranità alimentare, fino alla riduzione e gestione del rischio, alla definizione di un piano Acqua per l’Italia e alla creazione di una “idrodiplomazia”.
In un Paese come l’Italia, caratterizzato dal 21% della superficie coltivata irrigata, in cui circa la metà delle aziende agricole italiane pratica l’irrigazione, diventa fondamentale puntare sulla gestione sostenibile delle risorse irrigue con l’obiettivo di difendere la sovranità alimentare italiana, sia in termini di riduzione degli sprechi e salvaguardia delle produzioni tradizionali sia per il mantenimento dei modelli di consumo.
Risulta necessario raggiungere una visione integrata dell’acqua che veda al centro la produzione agricola, il cibo, la tutela del paesaggio e della biodiversità. Per il mantenimento di questo quadro è necessaria l’integrazione delle diverse politiche, in particolare ambientali e agricole, lo scambio delle conoscenze e la diffusione delle innovazioni, un consolidamento delle infrastrutture idriche esistenti e la creazione di nuove infrastrutture di accumulo. Come è necessario puntare alla razionalizzazione dell’utilizzo della risorsa tramite il miglioramento genetico delle colture, l’aumento delle tecniche di digitalizzazione e di irrigazione di precisione e con il ricorso al consiglio irriguo e di fertilizzazione.
Emerge, quindi, con chiarezza che il connubio acqua/produttività agroalimentare è inscindibile ma richiede obiettivi di utilizzo che puntino alla riduzione dei prelievi e delle perdite di acqua per salvaguardare la sostenibilità delle nostre colture tradizionali.