I ministri dell'Agricoltura e della pesca hanno raggiunto un accordo politico sulle opportunità di pesca per il 2023. Nel raggiungere l'intesa i ministri hanno tenuto conto "dei migliori pareri scientifici disponibili, nel rispetto degli obiettivi della Pcp, la Politica comune della pesca, e dei piani pluriennali dell'Ue per vari bacini marittimi".
L'accordo "fissa limiti di cattura per oltre 200 stock ittici commerciali nell'Atlantico, nel Mare del Nord, nel Mediterraneo e nel Mar Nero, nonché per alcuni stock di acque profonde per il 2023 e il 2024". Per quanto riguarda gli stock ittici condivisi con il Regno Unito, "i ministri hanno convenuto di fissare contingenti provvisori per i primi tre mesi del 2023, considerando che sono ancora in corso consultazioni bilaterali Ue-Regno Unito e Ue-Norvegia sugli stock ittici condivisi". Questi limiti di cattura provvisori, secondo il comunicato ufficiale, "includono un roll-over temporaneo delle possibilità di pesca esistenti per i primi tre mesi con un rapporto del 25% rispetto ai livelli di Tac (Totale ammissibile di catture) di quest'anno, per coprire il primo trimestre del 2023". Per alcune attività di pesca che si svolgono principalmente nella prima parte dell'anno, "si è tenuto conto della stagionalità", dicono dall'Ue.
Tra i provvedimenti, quello con cui i ministri hanno deciso di ridurre del 7% lo sforzo, cioè i giorni in mare di pesca per i pescherecci da traino nel Mediterraneo occidentale: la misura sarebbe stata presa per proteggere gli stock demersali (specie ittiche che vivono nei pressi dei fondali) ed è da detrarre sullo sforzo 2022. Secondo le nuove regole si continuerà a utilizzare il meccanismo di compensazione che assegna il 3,5% di giorni aggiuntivi ai pescherecci che rispettano condizioni specifiche. I ministri hanno, inoltre, concordato di congelare gli sforzi dei pescherecci con palangari ai livelli del 2022 per proteggere i riproduttori di nasello, essenziali per una rapida ripresa dello stock.
Ma ci sono anche misure a protezione delle anguille, i ministri hanno approvato un pacchetto completo contribuendo a ripristinare questo stock unico nelle acque europee: i ministri hanno deciso di vietare la pesca ricreativa e di estendere a sei mesi la chiusura di qualsiasi attività di pesca commerciale dell'anguilla nelle acque marine e salmastre adiacenti nell'Atlantico nord-orientale (compreso il Mar Baltico) e nel Mediterraneo (escluso il Mar Nero) in modo differenziato per tenere conto dei diversi periodi di migrazione nei vari bacini marini.
L'Italia, di fatto, è soddisfatta dei risultati ottenuti. Grazie alle richieste italiane l'accordo prevede, per quanto riguarda i gamberi di fondo, una riduzione dei limiti di cattura di pesca del 3%, ben inferiore alla cifra inizialmente messa sul tavolo del Consiglio nella riunione di domenica 11 e che prevedeva una riduzione del 7%, a partire dalla percentuale pari ad almeno il 20% originariamente proposta rispetto all'88% richiesto dal Comitato scientifico della Commissione europea.
È stata inoltre incrementata di oltre 530 tonnellate la quota italiana di pesca del tonno rosso. "Un'altra ottima notizia", fanno sapere dal Masaf riguarda proprio la delegazione italiana che "è riuscita a salvare la possibilità di pesca dell'anguilla nel mese di dicembre".