In base al lavoro svolto dai ricercatori del Crea Zootecnia e Acquacoltura, Domitilla Pulcini e Fabrizio Capoccioni, intervenuti in una delle sessioni del programma di Aquafarm, dal tema “Ingredienti per garantire un’alimentazione sana e sicura – Dalla trasformazione del pesce allevato, alle scelte di Gdo e HoReCa, a quelle dei consumatori. Cosa arriva nei piatti?”, gli italiani snobbano il pesce.
Oltre agli ultimi dati sulle produzioni dell’acquacoltura nazionale, hanno descritto i risultati di una ricerca condotta in Italia in collaborazione con la Gdo sulle abitudini e le tendenze di acquisto e consumo di pesci, molluschi e crostacei allevati. Il questionario sui consumi dei prodotti d’acquacoltura è stato distribuito attraverso i social media e con la collaborazione di Esselunga e le Associazioni dei consumatori.
Dalle risposte si conferma il crescente interesse degli italiani per questi prodotti: oltre il 30% del campione acquista prodotti di acquacoltura meno di una volta al mese, il 74% consuma mediamente meno di 2 chili/settimana e la spesa per i prodotti di acquacoltura, per metà del campione, oscilla fra i 20 e i 50 euro al mese. I luoghi preferiti di acquisto rimangono supermercati (87%) e pescherie (42%) rispetto ai gruppi di acquisto, alla vendita diretta o a anche online (0,4%).
I prodotti allevati freschi sono quelli maggiormente acquistati (84%) rispetto a quelli surgelati, decongelati o in scatola. Il pesce marino rappresenta il prodotto d’allevamento prevalentemente acquistato (77%), seguito dai molluschi (48%), crostacei (37%) e dal pesce d’acqua dolce (31%). Dall’indagine emerge una maggiore consapevolezza verso i prodotti allevati con metodi sostenibili, tra i quali i prodotti biologici, che vengono spesso (5%) o saltuariamente (23%) acquistati dal campione.
Ma la tendenza del mercato verso prodotti d’allevamento sostenibili è chiara poiché il 52% del campione degli intervistati ha dichiarato di essere disposto a pagare un prezzo maggiore per prodotti di acquacoltura biologica, grazie all’assenza di antibiotici durante il processo di allevamento (58%) un maggiore controllo lungo tutta la filiera (47%) e perché hanno un basso impatto ambientale (34%).