Nel corso della storia il rapporto tra uomo e foresta è sempre stato particolarmente complesso, in bilico tra l’eccessivo sfruttamento di alcune aree boschive da una parte, e importanti casi di degrado e abbandono dall’altra. Una costante ricerca di equilibrio tra sviluppo economico e salvaguardia ambientale che trova la sua attuazione concreta, alla vigilia della Giornata Mondiale delle Foreste, nel Testo Unico Forestale approvato, non senza polemiche, dal Consiglio dei Ministri. Una legge che si propone, dopo quasi vent’anni, di modificare profondamente l’approccio dell’Italia al patrimonio boschivo interpretando le normative ambientali europee che si sono susseguite nell’ultimo ventennio.
“Per costruire un futuro sostenibile per il nostro Paese e operare cercando di arginare i rischi connessi ai cambiamenti climatici, è fondamentale investire nelle foreste che ricoprono l’Italia. Questo implica l’adozione di politiche intelligenti atte a gestire attivamente il capitale naturale di cui disponiamo, non attraverso lo sfruttamento indiscriminato delle risorse boschive, bensì grazie ad azioni mirate volte a valorizzare, anche economicamente, le nostre aree verdi”, ha dunque spiegato Angelo Mariano, responsabile Area Tecnica LEGNOK di Conlegno.
Secondo le ultime stime della FAO, la superficie forestale mondiale ammonta a 3,9 miliardi di ettari, equivalenti a una copertura del 30,6% delle terre emerse. In particolare, negli ultimi 5 anni è stata registrata un’inversione generale di tendenza che porta la FAO a dichiarare un coefficiente globale di deforestazione sostanzialmente ridotto. Risultati positivi anche per l’Italia che, con 11 milioni di ettari di boschi (35% del territorio nazionale), ha visto raddoppiare negli ultimi sessant’anni le aree forestali. “Eppure, questa lenta e progressiva espansione naturale del bosco, se non adeguatamente gestita e valorizzata, rischia di diventare un’arma a doppio taglio, non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico”, continua Angelo Mariano.
Da decenni i boschi italiani sono sottoutilizzati, contribuendo solo per lo 0,08% al PIL del Paese. L’Italia detiene uno dei più bassi tassi di prelievo legnoso riscontrabili nel continente europeo. La percentuale dell’incremento medio del volume utilizzato nel nostro Paese, infatti, si attesta intorno al 25%, rispetto al 50% della media comunitaria: “Il legno rappresenta la terza voce di importazione del bilancio nazionale e considerata la netta dipendenza dall’estero, con l’80% di materia prima importata, il rischio di immissione di legno e derivati d’origine illegale nella filiera produttiva nazionale risulta molto alto – prosegue Angelo Mariano – In mancanza di dati certi, è ragionevole stimare che la quota “illegale” di tali merci nel nostro Paese oscilli tra il 10 e il 20% del totale. Ciò deve far riflettere, soprattutto in considerazione del triste primato che l’illegal logging assume a livello globale, connotandosi come il primo crimine ambientale del momento”.
Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda il rischio ambientale insito nei grandi volumi di legno importato e nella potenziale introduzione di agenti patogeni e insetti dannosi, esogeni ai nostri ecosistemi, e che pertanto possono proliferare nelle aree verdi italiane minacciandone la stabilità sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista economico, con ovvie ripercussioni sulle produzioni dell’intero settore primario.
Ma tornando alle foreste, oggi il settore della selvicoltura può contare su una nuova norma specifica, appena approvata dal Consiglio dei Ministri che, in coerenza con gli accordi internazionali e le norme comunitarie di riferimento, si ispira al concetto della Gestione Forestale Sostenibile (GSF) quale strumento per proteggere attivamente le risorse naturali, anche tramite la loro valorizzazione economica. Il Testo Unico chiarisce gli obiettivi e le regole generali necessarie per dare un significato concreto al bilanciamento tra protezione ambientale, creazione di occupazione e offerta di materie prime rinnovabili.
“Un traguardo estremamente importante per l’Italia, che ha inevitabili ripercussioni anche su Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero), da anni in prima linea per contrastare l’importazione di legno illegale grazie al riconoscimento ufficiale nel 2013 dalla Commissione Europea come organismo di controllo EUTR (Monitoring Organisation). Inoltre, attraverso il marchio FITOK, garantisce il corretto trattamento fitosanitario degli imballaggi in legno scongiurando l’introduzione in paesi extra UE di organismi nocivi per l’ecosistema.”