Domani, sabato 22 aprile, si celebra la Giornata Mondiale della Terra, un evento dedicato alla promozione della tutela dell’ambiente. Sarebbe limitato parlare di tutela dell’ambiente senza toccare il tema dell’economia circolare – come sistema in cui prodotti, servizi e sistemi vengono concepiti al fine di massimizzare il loro valore, riducendo gli sprechi – che è necessario adottare nell’interesse del Pianeta.
La “chiave di volta” per raggiungere un’economia circolare è il consumatore. Infatti, il suo coinvolgimento riveste un ruolo fondamentale nel promuovere questo modello economico, se si prendono in considerazione in termini di efficacia i fattori che determinano i comportamenti individuali e le loro esigenze. Nel complesso, i consumatori vogliono fare la cosa giusta, tuttavia, i legislatori e le imprese devono prima fornire gli strumenti per agire.
Lo abbiamo potuto constatare in seguito alla proposta di rettifica del regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR) della Commissione Europea, incentrato sull’implementazione degli imballaggi riutilizzabili. Sebbene gli obiettivi siano propositivi – con solide argomentazioni sul riconoscimento degli imballaggi riutilizzabili come motore trainante dell’economia circolare – il quadro generale è molto più complesso. Un nuovo rapporto di McKinsey intitolato “L’impatto potenziale degli imballaggi riutilizzabili” ha riscontrato che imporre target rigorosi in materia di imballaggi da raggiungere entro il 2030 avrà un serio impatto sull’impronta ecologica dell’Unione Europea, sulla competitività e sulla resilienza dell’economia europea, ponendo fondamentalmente degli interrogativi sul livello di osservanza da parte dei consumatori.
Come per qualsiasi modello basato sull’economia circolare, l’accettazione da parte del consumatore è essenziale. Tuttavia, si rischia di alienare i consumatori con una serie di questioni sociali. Innanzitutto, verrà richiesto ai consumatori di cambiare le proprie abitudini. Per esempio, in Germania, in risposta alla proposta, catene di fast food come McDonald’s e Burger King hanno implementato sistemi “su cauzione” per l’utilizzo di contenitori riutilizzabili, un’iniziativa che vede i consumatori conservare, pulire e restituire i packaging al ristorante, al fine di ricevere indietro la propria “cauzione”. Ciò solleva un quesito, ovvero, se gli imballaggi riutilizzabili sono la migliore soluzione per tutto il cibo da asporto in Germania.
Inoltre, l’utilizzo di una cauzione potrebbe scoraggiare i consumatori, che vedrebbero aumentare il prezzo ora conveniente di un menù. Altro aspetto da considerare è che tutto questo potrebbe creare dubbi in termini di igiene alimentare, una priorità non negoziabile. I consumatori hanno la certezza che il loro contenitore riutilizzabile verrà lavato in modo efficace, compreso quello che è stato restituito sporco dopo essere stato conservato per svariati giorni a casa o in auto?
Inoltre, i consumatori vogliono assicurarsi che, guardando al futuro, le nuove politiche adottate salvaguardino davvero l’ambiente e siano valide sotto il profilo economico nel lungo periodo. Il rapporto di McKinsey, però suggerisce che non è il caso del modello basato sul riutilizzo, prevedendo un aumento tra il 140% e il 160% in emissioni CO2, nonché un possibile aumento dei costi dell’80-130% dovuti in particolare al trasporto e alla pulizia.
Ci sono indicazioni che suggeriscono che il monouso stia conquistando i consumatori. Tra le conclusioni della nostra ricerca sui consumatori 2022 volta a valutare i comportamenti di oltre 5.000 consumatori europei in relazione all’ambiente e al packaging, le voci “facile da riciclare” (85%) e “realizzato con materiali rinnovabili” (81%) sono risultate le due considerazioni principali inerenti al packaging. Ciò, infatti, spiegherebbe la preferenza dei consumatori per il cartoncino (86%, un dato in salita dall’81% del 2019) rispetto alla plastica. Questo materiale da imballaggio, equilibrato sotto il profilo economico ma anche ecologico, vanta un notevole tasso di riciclo dell’82% e si conferma come il materiale leader in termini di circolarità, nonché il più desiderato agli occhi dei consumatori.
Inoltre, dallo studio è emerso un elevato livello di fiducia che i consumatori ripongono nei produttori di materiali da imballaggio e nei brand che assicurano soluzioni di imballaggio circolare. Il 92% dei consumatori in Europa ritiene che la responsabilità ricada sui fornitori di imballaggi e sui brand, e solo per l’8% sulle istituzioni governative. Imporre un sistema obbligatorio di riutilizzo compromette la capacità dei soggetti interessati di innovare il modo di adottare un’economia circolare.
Se si vuole raggiungere un’economia circolare efficace, è necessario ascoltare il consumatore. Il packaging monouso rivestirà un ruolo fondamentale insieme al sistema di riutilizzo, che può essere definito come complementare ma non esclusivo.