Una ricerca di quaranta scienziati esperti in tema la criosfera ha combinato i risultati e dati dell’Ipcc sugli 1.5° (2018) e quello su oceani e criosfera (2019) con ricerche più recenti. L’International Cryosphere Climate Initiative ha sentenziato che, se le emissioni continueranno ad aumentare, quasi tutto il ghiaccio del mondo scomparirà, tranne i ghiacci dei due poli e dell’Himalaya.
A causa del cambiamento climatico, lo scioglimento dei ghiacciai sta accelerando e dovrebbe raggiungere il suo apice intorno al 2050, dopo di che, se le temperature saliranno oltre al 2°C non ci sarà più speranza per la sopravvivenza dei ghiacciai e delle popolazioni da esse dipendenti. Pochi ghiacciai vicino all’equatore, come le Ande settentrionali o quelli dell’Africa orientale, possono sopravvivere anche all’attuale aumento del 1° C.
“Il livello di ambizione di limitare le emissioni che attualmente vediamo non è in alcun modo commisurato alla minaccia”, secondo Martin Sommerkorn, che ha coordinato il capitolo polare del Srocc, il rapporto dell’Ipcc sugli oceani e la criosfera, notando in particolare il rapporto Production Gap pubblicato a dicembre dallo Stockholm Environment Institute, Climate Analytics ed Unep. “Le regioni polari stanno già perdendo il ghiaccio, e ulteriori perdite hanno conseguenze globali gravi e a lungo termine”, ha continuato.
I rischi e gli impatti a lungo termine per la criosfera sono maggiori a temperature più elevate dove 1,5° C diviene un guardrail per il pianeta. Molti sistemi glaciali hanno poca resistenza all’aumento della temperatura ed il suo cambiamento repentino li porta ad essere particolarmente sensibili. La nozione scientifica di base è che a latitudini e longitudini più basse, la neve cadrà meno spesso e i ghiacciai in queste aree non saranno in grado di potersi riformare, sia per la più alta temperatura, che per la mancanza di neve.
Nemmeno l’Himalaya sarà estraneo agli effetti del cambiamento climatico, e sebbene sopravviverebbe, il volume dei suoi ghiacciai andrebbe a diminuire drasticamente, provocando danni economici, ecologici e sociali. Solo l’Himalaya è l’epicentro di oltre 35 ecosistemi: “Quando i ghiacciai si sciolgono e la copertura nevosa si restringe, le specie vegetali e animali si adattano al caldo e migrano verso l’alto”, ha continuato Caroline Adler, “mentre le specie adattate al freddo e alla neve diminuirebbero se non rischierebbero l’estinzione”.
Al momento, i ghiacciai dell’Himalaya sono la più grande riserva di ghiaccio al di fuori delle regioni polari, e oltre 1,9 miliardi di persone in otto nazioni dipendono dalla sue risorse quali acqua, cibo ed energia. Come riportato dal Centro internazionale di sviluppo integrato delle montagne (Icimod) anche se a livello globale il riscaldamento sarà limitato a 1,5˚C con il metodo l’Hindu Kush Himalaya si riscalderà di circa 1,8˚C.
Le regioni montane di tutto il mondo si trovano di fronte a sfide simili in termini di monitoraggio e adattamento, e la cooperazione internazionale offrirebbe opportunità di scambio di conoscenze, per approcci ecosistemici che aiutino le persone ad adattarsi ai cambiamenti. In futuro, oltre a dover ridurre l’emissione di anidride carbonica, sarà necessario promuovere l’implementazione di politiche mirate e programmi per proteggere o ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi nelle regioni montane.