Le vie dell’internazionalizzazione del nostro agrifood possono puntare sulle Filippine; il messaggio forte e chiaro è stato trasmesso dal sottosegretario del Ministero dell’Industria e del Commercio filippino, Ceferino S. Rodolfo, e dal direttore marketing estero, Jhino B. Ilano, collegati in video conferenza con i protagonisti della Community Food & Beverage italiana, illustrando le enormi potenzialità del Paese per tutto ciò che parla di cibo e vino made in Italy.
L’iniziativa, organizzata da The European House – Ambrosetti a cui la Community fa riferimento, è stata promossa e sostenuta, anche economicamente, dall’Ambasciata Italiana a Manila, con l’Ambasciatore Marco Clemente, convinto della necessità di far conoscere, dati alla mano, cosa il Paese asiatico può offrire alla nostra manifattura agroalimentare, ponendosi come un partner affidabile – sono 6,5 i miliardi di dollari di Investimenti Diretti Esteri, ricevuti nel 2020, in aumento del 47,1% rispetto al 2015, a testimonianza di una grande credibilità monetaria – e attento come noi a valori come la sostenibilità e l’attenzione al mondo del lavoro. Uno snodo importante è previsto inoltre per i primi mesi dell’anno prossimo, quando è prevista la firma di un accordo bilaterale Italia – Filippine come ricordato dal sottosegretario Ceferino Rodolfo in videoconferenza.
I dati, fonte Position Paper The European House – Ambrosetti “L’internazionalizzazione della filiera agroalimentare italiana – Le Filippine come partner e mercato di riferimento” parlano chiaro. Nonostante il Paese sia la prima destinazione dell’area Asean, l’export agroalimentare italiano verso le Filippine vale oggi (dato 2021) solo 120,3 milioni di euro, lo 0,9% del totale import agroalimentare delle Filippine (16,6 miliardi di euro) che collocano le Filippine al 48° posto tra i nostri partner commerciali. Eppure negli ultimi anni l’apprezzamento per tutto ciò che è italiano è cresciuto significativamente anche durante la pandemia, passando, come sottolineato dal Sottosegretario Rodolfo, da 740 mio di euro nel 2020 a 957 nel 2021, conquistando fette sempre più ampie della giovane popolazione filippina, composta da 111 milioni di abitanti di età media 26 anni, fortemente proiettati ai consumi, in testa quelli agroalimentari. La spesa delle famiglie abilita infatti il 75% della generazione del PIL (1° Paese in Asean), e questo è composto per il 20% da consumi alimentari, non alimentari e turismo. Inoltre, il budget allocato per il cibo e gli alimenti costituisce la voce più rilevante anche nei tre decili superiori di classi per guadagno mensile pro-capite.
Le Filippine importano la maggior parte dei prodotti consumati: dopo lo stop dovuto alla pandemia, nel 2021 la crescita è stata del 30,8% (+7,1% CAGR 2011-2020) raggiungendo il record storico di 124,4 miliardi di dollari. Un dato che contribuisce a rendere ancora più appetibile un Paese che ha raggiunto un PIL dal valore di 362 miliardi di US$, in crescita a ritmi impensabili per la nostra economia, a tassi medi del 6.2% nel 2022 – che nel 3° trimestre sale al 7.6% – e colloca le Filippine al 2° posto per crescita nell’Area Asean, verso cui rappresenta per il nostro export una porta di accesso da privilegiare.
La ristorazione (le specialità del nostro Paese sono molto apprezzate nelle Filippine: a Manila i ristoranti italiani sono i più presenti, distanziando i concorrenti spagnoli e francesi) si è rivelata un fattore determinante per favorire la penetrazione del prodotto italiano.