Entra nel vivo, in una vasta area del Friuli Venezia Giulia lungo il corso del fiume Isonzo – prima di culminare negli eventi di Udine e Trieste – B#Side the River 2022, il Festival di Arte Contemporanea promosso dall'associazione di promozione artistica e culturale IoDeposito per la direzione artistica di Chiara Isadora Artico, legato al concetto di "confine".
Fulcro dell'edizione 2022 di B##Side the River Festival sono 10 residenze di altrettanti artisti internazionali: la slovena Đejmi Hadrović, la neozelandese – cambogiana Lang Ea, la serba Andreja Kargačin, la turca Gülhatun Yıldırım, la svedese Ingrid Ogenstedt, la belga Nathalie Vanheule, l'italiana Marta Lodola, lo sloveno Boris Beja, la canadese Holly Timpener, l'olandese Deimion van der Sloot.
COME FRUIRE LE OPERE D'ARTE DEL FESTIVAL
B#Side the River, l'arte contemporanea rilegge il confine, nello splendido scenario dell'Isonzo, e racconta la memoria collettiva impressa sulla pelle e sul corpo delle donne.
Gli artisti alternano le loro residenze, fino al 30 luglio 2022, intorno all'Isonzo nei centri di Gradisca d'Isonzo, Monfalcone, Cervignano, Sagrado, Ruda, Redipuglia. Ciascun artista produrrà opere d'arte inedite frutto della rilettura della storia nei luoghi di confine, le opere saranno visibili e fruibili per tutta l'estate nei luoghi del loro 'rilascio' e attraverso la mostra virtuale online al link bsidewar.org
Tutte le opere confluiranno nelle due mostre in programma a Udine nel "Bunker Antiaereo" di Piazza I Maggio nel mese di ottobre 2022, e a Trieste nella Sala Xenia (Riva 3 Novembre) dal 10 al 27 novembre 2022.
Limes, confine, è la parola chiave di B#Side the River Festival. Gli impatti del confine sulla popolazione e sull'area che circonda l'Isonzo sono l'eredità di un passato doloroso: i sacrari, i cimiteri militari, i luoghi sepolcrali punteggiano il manto dell'altipiano carsico. Ma l'Isonzo è anche un fiume capace di regalare scenari incantevoli e scorci di Paradiso, scorrendo fra la Slovenia e l'Italia, e intersecando i luoghi della storia. Un prezioso patrimonio naturale e culturale che dal 1996 ha anche una sua Riserva Naturale alla Foce del fiume, per tutelare la vegetazione e l'avifauna che conta oltre 300 specie di uccelli fra migratori, svernanti, estivanti e stazionari.
Un fiume, l'Isonzo, che da sempre è testimone delle vicende storiche di un'area di confine profondamente centro-europea: attraverso l'arte contemporanea B#Side the River Festival rielabora questi trascorsi in chiave sociale ma anche personale, intima e familiare: per sciogliere i traumi dell'inconscio collettivo. «B#Side the River Festival – spiega la direttrice artistica Chiara Isadora Artico – lavora sulle cicatrici della storia come se il fiume Isonzo fosse la pelle, l'epidermide del territorio. La pelle avrà un ruolo cruciale in alcune proposte artistiche del Festival, come tela su cui agire per elaborare in modo catartico un passato doloroso. E sarà in particolare il corpo della donna ad avere un ruolo specifico nel Festival: è sul corpo femminile che, nei secoli, si sono abbattuti i più intensi fenomeni di oggettivazione e di svalutazione, di controllo e di sottomissione, guidati da macro-processi storici e culturali che lasciano alle nuove generazioni interrogativi spesso angoscianti. Le artiste che il Festival presenta in questa estate 2022 sfidano gli stereotipi di genere, individuano nuovi collegamenti tra corpo, storia e dolore, comprendono nei movimenti del corpo istanze sociali, ci stimolano a un ragionamento sul futuro e sul tema della resistenza, ci coinvolgono attivamente in azioni performative capaci di portarci nel meltzeriano "mondo delle immagini di tutti" – il luogo delle esperienze universali».
B#Side the River: le 10 residenze, i 10 artisti.
B#Side The River Festival attiva le pratiche partecipative dell'arte contemporanea fra performance, arte digitale e arte visuale, attraverso forme di creazione collettiva.
Nel mese di luglio 2022 l'artista multidisciplinare svedese Ingrid Ogenstedt, utilizzando materiali organici trovati in loco per rafforzare il legame tra arte e natura, produrrà l'opera di Land Art dal sapore antico ed archeologico "Arco", visitabile dal 1° luglio e per tutta l'estate presso il Museo di Civiltà Contadina di Farra d'Isonzo. E l'artista belga Nathalie Vanheule, attraverso installazioni e performance ad alto impatto emotivo, esplorando tematiche universali quali la vita e la morte, metterà al centro del suo lavoro la cenere, memoria della sua città d'origine, Ypres, incenerita dai bombardamenti della Prima guerra mondiale. Attraverso la performance "All arms united" l'artista il 9 luglio con la sua performance coinvolgerà 30 persone – donne, ragazzi e bambini – per produrre impronte dei propri corpi su di un nastro trasportatore in cuoio, come una catena di montaggio messa in moto per rafforzare l'indistruttibile connessione umana. Video dell'opera fruibile dal 9 luglio nella mostra virtuale. L'artista italiana Marta Lodola, attiva in Germania, presenterà la sua performance, 'Dissolvenze' venerdì 15 luglio dalle 21, presso l'Ex Amideria "Chiozza" di Perteole, a Ruda (Udine). L'artista sloveno Boris Beja, invece, riunisce nella propria pratica artistica scultura, disegno, collage e fotografia. Le sue installazioni sono spesso caratterizzate da motivi ornamentali, sempre estremamente curate nel loro aspetto visivo ed estetico. Sabato 16 luglio alle 10 a Gradisca d'Isonzo presenterà 'Sailing this way', l'installazione prodotta con l'arte della ceramica, emblema della capacità umana di intervenire sul materiale. L'opera materica sarà creata con la partecipazione dei lavoratori dei cantieri navali di Monfalcone.
L'artista performativa canadese Holly Timpener sarà in residenza dal 17 al 23 luglio a Sagrado: nota per le sue indagini sulle tematiche legate all'identità di genere, realizza performance che promuovono la consapevolezza del rapporto con il corpo, spesso utilizzando il proprio vissuto personale. Una Colazione con l'artista è programmata per sabato 23 luglio, alle 10 a Gradisca d'Isonzo. Nella sua indagine artistica Timpener si focalizzerà sul tema della resistenza, indagata attraverso momenti e ricordi invisibili, tracce di cose che non ci sono più, elemento di identità del luogo. Il tema viene affrontato da una prospettiva personale: le conversazioni individuali con le persone della comunità locale consentiranno all'artista di ricevere storie ed esperienze che si rifletteranno, e alle quali rispondere, nell'incarnazione video-performativa 'Embodied Resistance: Past, Present, Future'. Video dell'opera nella mostra virtuale. B#Side The River Festival 2022 chiuderà le sue residenze, dal 24 al 30 luglio, a Farra d'Isonzo, con l'artista olandese Deimion "Peim" van der Sloot, che ha vissuto e lavorato anche in Argentina. Di formazione multidisciplinare, si divide tra arti visive, design e performance. Nel corso della sua carriera ha creato uno stile altamente riconoscibile grazie a tecniche grafiche che includono l'utilizzo di stickers colorati. Grazie a colori vibranti e motivi decorativi Peim crea composizioni dal forte impatto visivo, attraverso le quali sfida costantemente sé stesso e lo spettatore su temi sociali. Un Talk con l'artista è in programma mercoledì 27 luglio, alle 20 Farra d'Isonzo. Risultato della residenza sarà 'Roc Mentaliteit', una serie di opere create attraverso l'apposizione di sticker colorati su stampe in bianco e nero di dipinti. Video dell'opera nella mostra virtuale.
Molti altri artisti si sono già esibiti: l'artista slovena Đejmi Hadrović ha prodotto "In Corpore Sano", un'opera video sul tema dell'embodiment, realizzata coinvolgendo l'ampia e multiculturale comunità del Monfalconese. Video dell'opera nella mostra virtuale. Embodiment significa, per l'artista, studiare fenomeni sociali e culturali complessi "incorporati" negli aspetti motori connessi alle attività della vita domestica reputate femminili: pulire pavimenti, stendere panni, lavare tappeti. Analizzando questi gesti replicativi ed esplorando con la comunità esperienze familiari in riferimento alla presenza femminile nella storia locale, il video ha approfondito il tema dell'incarnazione del fenomeno storico nel corpo della donna, stimolando la riflessione su questioni quali il controllo, la restrizione, l'alienazione, la subordinazione e la dominazione.
La residenza dell'artista neozelandese di origine cambogiana Lang Ea ha prodotto l'opera KA-BOOM!, una installazione di Land Art che resterà visitabile fino alla fine dell'estate presso Largo Porta Nuova a Gradisca d'Isonzo, in prossimità delle mura storiche. L'opera riproduce l'ambiguità della guerra con riferimenti alla pop art, e simbolizza un'esplosione: il ruolo del colore, ambivalente, richiama quello del sangue versato nelle numerose battaglie dell'Isonzo, ma anche l'energia dell'universo che ricrea ciò che in guerra viene distrutto. Realizzata attraverso la preparazione manuale di più di 600 pon-pon ad opera dell'artista e della comunità locale, l'opera si presenta diversa al variare del punto di vista dell'osservatore ed è concepita per mutare forma con il tempo, sottolineando la mobilità prospettica del processo storico.
Terza residenza è stata quella dell'artista serba Andreja Kargačin, 23 anni di Novi Sad, che attraverso il lavoro sul corpo ha introiettato la lezione di indiscussi performer come Marina Abramović e Mladen Miljanović. La sua durational performance "Sonata for a violin and cornfields OP. 1946 è di straordinaria forza, perché l'artista si cuce addosso, sul corpo nudo, una corda di violino, accendendo i riflettori sulla repressione dell'arte e del libero pensiero nell'ambito dei conflitti. La performance, fruibile in video integralmente nella mostra virtuale, è dedicata alla memoria della nonna materna, prodigio del violino e cittadina ungherese nella Jugoslavia del secondo dopoguerra, costretta al lavoro nei campi di grano che le rovinarono le mani, e all'abbandono del sogno della musica. La performance ripercorre così una storia di coercizione, ne elabora il dolore scrivendolo addosso all'artista con un gesto totalmente corporeo, archetipico, catartico.
Al festival anche l'artista turca Gülhatun Yıldırım, nota per i lavori performativi legati all'acqua. L'opera 'Moon and Sun' è stata un atto performativo in cammino lungo il fiume Isonzo. L'artista è entrata nelle case degli abitanti e raccogliendo simbolicamente l'acqua dell'Isonzo ha raccolto anche le loro memorie. Video dell'opera nella mostra virtuale
Info e dettagli: www.bsidewar.org
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