Under 30 crescono; il tasso di nascita delle imprese giovanili viaggia un punto percentuale sopra la media nazionale. Il numero di donne, poi, è del 3% più alto della media nazionale. E' il ritratto 2015 dei parchi italiani; l’abbandono delle zone interne, che ancora divora buona parte delle montagne e mette a rischio centinaia di borghi storici è ormai solo un ricordo. Le aree protette sono passate all'offensiva e il reddito pro capite di zone non più depresse è ormai allineato quasi perfettamente con il trend generale e lo supera in tutto il nord ovest.
I dati sono stati diffusi al congresso nazionale di Federparchi. Lo studio mostra come il sistema delle aree protette possa accelerare la crescita di un ecoturismo che già oggi vale 102 milioni di presenze e quasi 12 miliardi di euro di fatturato. L'offerta sposa le richieste di un mercato sempre più orientato verso un rapporto più stretto con la natura. E dà anche una risposta quantitativa alla richiesta di ospitalità a basso impatto ambientale mettendo in campo il 66% dei posti letto disponibili in Italia nelle strutture turistiche extra alberghiere.
E la situazione può solo migliorare in quanto il 29% dei turisti stranieri sceglie l'Italia per la sua natura."Chi ancora pensa a frammentare le aree protette, ad esempio dividendo in tre il parco dello Stelvio per seguire confini amministrativi, non ha capito la logica della natura né quella dell'economia", afferma il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri. "Si tratta piuttosto di lavorare in sintonia con la Carta europea del turismo sostenibile per ridare valore al paesaggio che significa anche qualità ambientale, benessere e agricoltura di alto pregio, a cominciare da quella biologica e biodinamica".
"C'è già un trend positivo, ma per irrobustirlo servono scelte di giustizia economica", aggiunge il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. "Il sistema della fiscalità non può continuare a ignorare la produzione di servizi ecosistemici, dall'aria pulita alla depurazione dell'acqua, che la natura protetta offre. Questa qualità va incentivata spostando il sostegno economico che viene dato ad attività inquinanti come l'uso di combustibili fossili".
la foto è di Eligio Mariano Testa – Unaat Sardegna