Confermato per pasta, riso e derivati del pomodoro, l'obbligo di indicare l'origine in etichetta fino al 31 dicembre 2021. I ministri Bellanova e Patuanelli hanno firmato il decreto ministeriale che prolunga i provvedimenti nazionali in vigore.
Se l'appello a tutte le filiere agroalimentari è oggi quello di sostenere il made in Italy, in questa situazione di emergenza coronavirus, che sta creando domande non soddisfatte, il provvedimento di proroga dell'obbligo dell'origine va in questa direzione e consente al consumatore di fare un acquisto consapevole.
«L'Italia – hanno dichiarato i titolari dei dicasteri coinvolti – si conferma all'avanguardia in Europa per la trasparenza delle informazioni al consumatore in etichetta. Non possiamo pensare a passi indietro su questa materia e per questo abbiamo deciso di andare avanti. Diamo certezze alle imprese di tre settori chiave per l'agroalimentare italiano».
«Chiediamo anche all'Europa – ha detto Bellanovoa – di fare scelte coraggiose nell'ambito del Green Deal e della strategia 'Farm to Fork', introducendo a livello europeo l'obbligo di indicare l'origine per tutti gli alimenti. Chiediamo ancora una volta alla Commissione di andare incontro anche alle richieste delle imprese, che oggi devono fronteggiare i danni da Covid-19, e di spostare di almeno un anno l'applicazione del regolamento 775. Una norma che non ci piace e alla quale oggi, con tante imprese che producono imballaggi chiuse in Europa, è difficile adeguarsi».
Ricordiamo che l'indicazione dell’origine o provenienza dell’ingrediente primario (>50%) risulta obbligatoria in etichetta solo quando l’origine o provenienza dell’ingrediente primario è diversa dall’origine del prodotto, ossia è diverso il Paese della sua ultima trasformazione sostanziale e quando questa sia comunicata in etichetta o pubblicità, ad esempio, con il “made in Italy” di un alimento.
L’indicazione è obbligatoria, in pratica, quando l’omissione dell'origine potrebbe indurre in errore il consumatore, in particolare se le informazioni sull’etichetta potrebbero altrimenti far pensare che l’alimento abbia un differente paese d’origine o luogo di provenienza.
L'Italia chiede all'Ue l'obbligo per tutti gli alimenti
L'Italia ha chiesto inoltre all'Ue di estendere l’obbligo di origine delle materie prime in etichetta a tutti gli alimenti, con una missiva inviata dalla ministra Bellanova, e dal collega Patuanelli, ai Commissari Ue alla Salute, Stella Kyriakides, e all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski.
L’Italia chiede che sia esteso l’obbligo di origine delle materie prime in etichetta a tutti gli alimenti, a partire da una scelta rapida sui prodotti sui quali si è già sperimentato in questi anni come latte, formaggi, carni trasformate, pasta, riso, derivati pomodoro. In quest’ottica i Ministri hanno notificato a Bruxelles la proroga fino al 31 dicembre 2021 del decreto su latte e formaggi e sono pronti ad avanzare sulla proroga degli altri decreti nazionali con la stessa scadenza.
Il decreto per quanto riguarda la pasta prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia debbano continuare ad avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
a) Paese di coltivazione del grano:nome del Paese nel quale il grano viene coltivato;
b) Paese di molitura: nome del Paese in cui il grano è stato macinato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi Non Ue, Paesi Ue e Non Ue;
c) se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l'Italia, si potrà usare la dicitura: "Italia e altri Paesi Ue e/o non Ue".
Il provvedimento prevede che sull'etichetta del riso debbano continuare a essere indicati:
"Paese di coltivazione del riso";
"Paese di lavorazione";
"Paese di confezionamento".
Se le tre fasi avvengono nello stesso Paese è possibile utilizzare la dicitura "Origine del riso: Italia".
Anche per il riso, se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi Non Ue, Paesi Ue E Non Ue.
Pomodoro
Le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia devono continuare ad avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
Paese di trasformazione del pomodoro: nome del Paese in cui il pomodoro è stato trasformato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi Non Ue, Paesi Ue e Non Ue.
Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura "Origine del pomodoro: Italia".
Origine visibile in etichetta
Le indicazioni sull'origine devono essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.