Dopo due anni, arriva una risposta agli agricoltori che hanno i campi saccheggiati da animali selvatici. L’ occasione è l’entrata in vigore della delibera regionale che sancisce il risarcimento fino al 100 per cento dei danni nelle aree protette (parchi, riserve, oasi, zone di ripopolamento e cattura) da parte di specie di animali cacciabili.
Fin dal 2016, vi era stata la richiesta alla Regione di aprire un confronto con Bruxelles perché i danni degli animali non fossero più soggetti alla norma degli aiuti di Stato che attualmente sottopone l’indennizzo dei danni al regime di de minimis, che stabilisce un tetto massimo di risarcimento in 15 mila euro suddivisi in tre anni, comprensivi anche di altre provvidenze come sgravi contributivi e aiuti al credito. Si tratta di una somma assolutamente inadeguata per le imprese se si considera che tra le specie cacciabili ci sono animali come il cinghiale (154 mila euro di danni nel 2015), la lepre (95 mila euro), il fagiano (72 mila euro), i piccioni (76 mila euro), i corvidi (100 mila euro), il capriolo (30 mila euro).
Dopo il riconoscimento da parte di Bruxelles delle ragioni dei produttori è finalmente arrivata la delibera regionale che rende immediatamente operativi i risarcimenti danni fino al 100 per cento nelle aree protette e consente di riconoscere anche i costi degli interventi di prevenzione danni.