A quanto pare, l’anno bisesto sta tenendo fede al vecchio proverbio. L'inverno senza piogge e neve fa intravedere una possibile crisi idrica generalizzata in primavera- estate. Compatibilmente con l'emergenza Coronavirus, i Consorzi di Bonifica sono già al lavoro per sostenere le semine primaverili.
Diversi fattori si sono intrecciati; l’assenza persistente di piogge, la scarsità di neve sulle Alpi e sugli Appennini e le temperature costantemente sopra la media stagionale stanno facendo sentire i loro effetti nel comparto agricolo di numerose aree del Paese.
Lo scenario non rassicurante di una possibile crisi idrica in primavera-estate sta preoccupando non solo gli agricoltori ma anche le istituzioni, allertate per le ripercussioni negative su tutti i cittadini per l’uso irriguo dell’acqua concomitante con quello civile.
È inusuale affrontare la siccità in inverno, eppure le colture a semina autunno-invernale in alcune Regioni già ne stanno soffrendo. C’è il timore che il comparto agricolo possa trovarsi nelle prossime settimane ad affrontare seri problemi se l’andamento climatico dovesse confermarsi.
I dati evidenziano una situazione di carenza idrica generalizzata in tutto il Paese, seppure con eccezioni a “macchia di leopardo”.
Molti fiumi e laghi manifestano carenza idrica nelle portate e nei livelli. Al Nord il Po ha una portata inferiore del 20% rispetto alla media di riferimento e i laghi di Como e d’Iseo hanno un riempimento pari al 24,7% e 24,9%. In Emilia-Romagna alcuni fiumi sono in fase critica. Nel Centro Italia la situazione è al limite della “normalità” nonostante le precipitazioni ben oltre sotto la norma. Tutto il Sud è in una situazione di criticità con un dimezzamento delle risorse idriche in Puglia e una diminuzione del 30% in Basilicata. In Sicilia mancano 73 milioni di metri cubi rispetto al 2019.