Arriva il momento della siccità e, puntuale, si fa largo il gioco delle responsabilità e le polemiche. La siccità si fa sentire a Roma dove, come conseguenza, ci saranno turni di 8 ore senza acqua, sia diurni che notturni. Da sabato 28 luglio partirà il razionamento delle risorse idriche. Fino ad ora si è cercato di sostenere la situazione di emergenza prelevando l’acqua dal lago di Bracciano.
Ma un’ordinanza della Regione Lazio ha imposto di non fare più ricorso ai prelievi dal bacino, per consentire di ripristinare i normali livelli di acqua anche nel lago. A rischio ci sono, secondo i responsabili di Acea Ato 2, i servizi, così come le attività produttive e turistiche. Coinvolti nella questione anche i palazzi delle istituzioni e lo Stato Vaticano. Con il piano di razionamento saranno tutelati gli ospedali e le altre attività sensibili.
Roma si trova in uno stato di crisi idrica dovuta al fatto che la percentuale delle piogge si è ridotta del 47% da ottobre a marzo rispetto agli anni scorsi. Il 2017 è stato il secondo anno di bassa piovosità, anche nelle stagioni dell’autunno e dell’inverno. Le temperature alte hanno accentuato la situazione critica perché hanno portato ad un aumento del consumo idrico. A questo si aggiungono i danni creati dalla dispersione nella rete dell’acqua per uso potabile. Si calcola che le perdite ammontino al 44,1% dei 734 milioni di metri cubi disponibili a partire dalle fonti di approvvigionamento.
In troppi punti ci sono dispersioni di acqua che viene sprecata, nonostante l’azienda che si occupa della distribuzione stia cercando di tamponare la situazione delle perdite.
Attraverso innovazioni tecnologiche che prevedono anche l’applicazione di sistemi informatici è possibile individuare il punto esatto. Grazie a questi strumenti si è avuto un recupero di perdite corrispondenti a 500 litri al secondo. Si presume che entro la fine dell’anno dovrebbe essere completata la mappatura di tutte le perdite della rete idrica.