Il mercato della grappa in Italia evidenzia delle difficoltà. Le buone notizie arrivano dall’aumento dell’export che, nel primo semestre 2022, ha fatto registrare 28 milioni di Euro contro 24 milioni dei primi sei mesi 2021, che si traduce in +17% in valore e +9% in volume. Tra i mercati internazionali più prolifici c'è la Germania, che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore.
Altro segno favorevole è la forte ripresa dei consumi nell’horeca: nei primi sei mesi 2022 le vendite nel canale cash&carry, tra ristoranti e bar, hanno registrato una crescita di ben il +31% rispetto al 2021. Emerge dallo studio realizzato dall’istituto di ricerca Nomisma presentato in occasione della 76a assemblea di AssoDistil.
Le cattive notizie giungono dalla distribuzione nazionale che, nei primi sei mesi dell’anno, mostra una diminuzione delle vendite di grappa del 7% in valore rispetto al primo semestre del 2021. La contrazione colpisce anche il canale dell’e-commerce con una diminuzione dei valori venduti del 15%.
Il settore distillatorio italiano, insomma, soffre: il 50% delle imprese lamenta un incremento dei prezzi della bolletta superiore al 40%, come anche quello dei costi delle materie prime: per questo, un'impresa su quattro ha registrato rincari superiori al 20%. Emerge dal Format Research presentato in occasione dell'assemblea di AssoDistil, che rappresenta oltre 60 distillerie industriali pari al 95% della produzione nazionale di acquaviti e di alcol etilico prodotto da materie prime agricole.
Per fronteggiare questa situazione l'86% ha rivisto o prevede di rivedere al rialzo i prezzi praticati, mentre l'80% sta valutando nuovi fornitori. Il settore distillatorio si è contraddistinto in questi anni per lungimiranza e strategia ma per riuscire a superare la crisi economica ed energetica serve altro.