L'incontro è stato moderato da Fausto Bertaiola, presidente delconsorzio Kiwi del Garda. Il primo a parlare è stato il rappresentante del Dipartimento Agricoltura della regione Veneto, Alberto Zannol, che ha presentato la legislazione regionale in materia di programmi di sviluppo rurale (PSR).
Marco Scortichini, Direttore dell'Unità di Ricerca per la Frutticoltura di Caserta, ha poi presentato i più recenti sviluppi nell'ambito dell'epidemia di cancro batterico del kiwi; questa malattia era sconosciuta fino a pochi anni fa ed ha sorpreso tutti per la forte aggressività e la velocità con cui il batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae si è diffuso, come anche per la capacità di infettare sia il kiwi giallo che quello verde. I risultati di alcune ricerche dimostrano che l'aumento della piovosità, le gelate, e le grandinate improvvise favoriscono la diffusione del batterio. Gli elementi di novità sono pochi, ma quello che più preoccupa è la mancanza di strategie di difesa efficaci.
La moria del kiwi nel veronese è stato l'argomento affrontato da Gianni Tacconi del Centro di ricerca per la genomica di Fiorenzuola d'Arda e Lorenzo Tosi di AGREA; l'area maggiormente colpita dal fenomeno è quella più produttiva, l'area a sud est del lago di Garda. Attenzione concentrata su un elemento interessante che sta emergendo da analisi comparative sui terreni; i terreni infetti sono spesso non aerati, ed in seguito ad abbondanti piogge hanno subito un compattamento.
Questa ipotesi deve essere ancora confermata con certezza però è un indizio su cui lavorare. Lorenzo Tosi di AGREA Centro Studi ha aggiunto rispetto al collega che attualmente non esistono soluzioni per ripristinare i terreni compromessi, però i coltivatori possono lavorare per preparare al meglio i nuovi terreni, arandoli, concimandoli e dando sostanza organica. Inoltre possono beneficiare dei Piani di Sviluppo Rurale della Regione Veneto.