L’Italia è la nazione con più morti premature da biossido di azoto (NO2) in Europa ed è anche tra i paesi che sforano i limiti di legge relativi ai principali inquinanti atmosferici. È quanto riporta il nuovo rapporto sulla qualità dell’aria 2010-2017 dell’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) pubblicato il 16 ottobre.
Ben due milioni di italiani vivono in aree dove vengono sistematicamente violati i limiti europei per i tre inquinanti principali: biossido d’azoto, ozono e polveri sottili, come pm2,5 e pm10.
I dati sono stati raccolti nel corso di sette anni, dal 2010 al 2017 e giungono dalle centraline antismog situate lungo tutto lo stivale. Le cifre indicano come aree più inquinate la pianura padana, con Torino che durante gli anni contende il primato di città più inquinata d’Europa a Londra e Parigi, e Padova.
I numeri del rapporto collocano l’Italia come prima nazione europea per morti da biossido d’azoto (14.600), da ozono (3.000) e come seconda per decessi da particolato fine (58.600). I dati, tragici, rappresentano comunque un miglioramento rispetto al 2015, quando erano stati contati 20mila decessi per biossido d’azoto.
Ogni anno, in Europa si registrano oltre 370mila decessi causati dall’inalazione di agenti inquinanti emessi dall’industria dei trasporti, da quella energetica, dallo smaltimento dei rifiuti, dall’agricoltura e dai servizi di riscaldamento.I dati del 2017 sulle polveri sottili vedevano le concentrazioni più alte in Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Slovacchia.