Lo scorso 26 settembre la commissione VIII della Camera dei Deputati ha approvato il testo della risoluzione sullo smaltimento di materiale agricoloo forestale non pericoloso presenta dall’On. Oreste Pastorelli in qualità di primo firmatario. Attualmente l'art. 185 del DL n. 152/2006, comma 1, nella sua formulazione in vigore dal 25 dicembre 2010, stabilisce che il materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso (quali paglia, sfalci, potature e altro), che non venga riutilizzato in agricoltura o nella selvicoltura per la pacciamatura, il compostaggio o per la produzione di energia, rientra nella gestione dei rifiuti speciali, in quanto derivanti da attività agricole e agro-industriali. Così articolata, la disciplina in questione non consente l'eliminazione tradizionale, pratica che dunque si configura come reato di illecito smaltimento di rifiuti. È evidente pertanto come le aziende agricole italiane siano poste in situazione di difficoltà da tale normativa, poiché devono sopportare costi aggiuntivi per lo smaltimento del materiale vegetale del tutto naturale, si tratta infatti di “residui non pericolosi”, privi cioè di sostanze chimiche aggiunte come i pesticidi.
Inoltre, queste imprese nella maggior parte dei casi non sono nelle condizioni di poter produrre, secondo quanto previsto dal richiamato art. 185 («energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l'ambiente né mettono in pericolo la salute umana»), dati gli elevati costi che tali processi comportano, e stante anche l'assoluta genericità delle condizioni poste dalla stessa norma e che ha determinato una notevole incertezza negli stessi operatori economici del settore agricolo. L’UCI (Unione Coltivatori Italiani) attendeva da tempo questa precisazione nel corpo normativo italiano, poiché a fronte dei notevoli costi che le aziende agricole sono costrette a sopportare, soprattutto nel presente periodo di pesante crisi economica, per lo smaltimento di paglie, potature ed altro simile materiale vegetale, l'alternativa (inaccettabile) per le imprese, al momento, è la commissione del reato di illecito smaltimento dei rifiuti. Al proposito si rileva che comunque l’UCI ha sempre proposto la necessità di favorire la trinciatura degli scarti agricoli affinché siano reintegrati nel ciclo dei nutrienti del suolo attraverso opportune tecniche agricole (come ad esempio il sovescio) in modo da chiudere il ciclo delle materie organiche e riducendo il rischio della depauperazione del suolo agricolo.
L’importanza di questa risoluzione sta dunque nel fatto che impegna il Governo ad assumere quelle iniziative normative, anche urgenti ed anche nel quadro delle normative europee, al fine di escludere le piccole attività agricole delle aree montane o svantaggiate dall'applicazione della normativa sui rifiuti contenuta nella Parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006, come detto, per quanto riguarda lo smaltimento della paglia, degli sfalci, delle potature, nonché dei materiali agricoli naturali non pericolosi, mettendole in condizione di poter utilizzare autonomamente detto materiale mediante pratiche agricole ordinarie. Allo Stato è, infatti, affidato il compito di adottare criteri generali per la redazione di piani di settore per la riduzione, il riciclaggio, il recupero e l'ottimizzazione dei flussi di rifiuti ex lett.e) dell’art.195 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
L’UCI, infine, auspica che il Governo avvii per tempo iniziative, in accordo con le associazioni di categoria e gli organismi operanti nel settore, volte a informare gli imprenditori agricoli sulle possibili alternative, affinché procedano alle pratiche compatibili con l’agricoltura sana e compatibile.