“Occorre spingere e sottolineare la necessità di una collaborazione forte dei soggetti istituzionali, sia privati come appunto UCI che pubblici. Ci sono temi preoccupanti da affrontare, a partire dalla transizione ecologica fino a quella energetica che ci vedono affrontare l’impegno sulla decarbonizzazione. Siamo tutti uniti su questo fronte e questa solidarietà è fondamentale per definire le strategie capaci di risolvere tali problematiche e raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.”
Così Mario Serpillo, presidente Uci, nel corso della tavola rotonda su Made in Italy e futuro dell’agricoltura.
“Ci troviamo di fronte all’impoverimento delle colture e della biodiversità, la linea del deserto sta crescendo pericolosamente e si parlare ormai di colture di avocado e mango in Sicilia. Tutti segnali estremi che indicano un cambiamento in atto, la temperatura sta modificando inoltre gli assetti forestali e la fauna marina. Sintomi dell’urgenza e necessità di affrontare queste questioni.
Siamo alla vigilia della Cop 26, nel corso della quale i paesi dovranno presentare un piano per la riduzione delle emissioni, l’ultimo appello per contenere la temperatura” prosegue.
“Oggi è stata approvata la strategia Farm to fork, che segue un impostazione tutta italiana. Fino ad oggi si voleva però ribaltare tale strategia in fork to farm e darla in mano alle multinazionali, ringrazio perciò Agricolae con la sua inchiesta per aver fatto luce su questo aspetto. Si voleva negare il valore della dieta mediterranea a favore delle multinazionali del cibo con la sponda dell’Europa e della Fao.
L’Italia è un esempio da imitare su alimentazione e cibo, per questo abbiamo l’italian sounding, esiste perché tutti i consumatori del mondo vogliono la possibilità di assaporare le eccellenze del Made in Italy agroalimentare” sottolinea Serpillo.
“Il Green deal che porta alla salvaguardia della biodiversità e alla produzione dal campo alla tavola avverrà se ci sarà una riduzione certa delle emissioni in atmosfera di Co2. Dobbiamo rendere sostenibili le produzioni, bisogna fare biologico e ridurre l’agricoltura intensiva e prodotti chimici. Occorre rispettare di più la biodiversità ed eliminare gli antibiotici, c’è dunque una serie di operazioni da fare e che richiederanno sacrifici e una riduzione del reddito. Qui il Pnrr deve ragionare su misure di sostegno e valorizzare la componente giovanile” evidenzia.
“Le Regioni hanno dunque un ruolo e una funzione importantissima. Devono accelerare i processi burocratici e programmare la spesa finalizzandola al raggiungimento di questi obiettivi.
Serve infine un ragionamento sul rispetto del cibo e sull’educazione alimentare per difendere i valori della dieta mediterranea.
Importante sarebbe poi un Ministero del Made in Italy, con portafoglio. Strada di supporto e driver per portare avanti questa cultura. Possiamo essere paese leadership del mediterraneo. L’Italia deve osare.”
Fonte: Agricolae