In Germania in pochi giorni i cetrioli provenienti dalla Spagna e contaminati da un batterio chiamato Escherichia coli O104 hanno provocato 10 morti e oltre mille persone infette, tra casi accertati e sospetti di persone colpite da disturbi intestinali. In altri sei Paesi europei e cioè Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Austria, Svizzera e Olanda sono stati segnalati casi di contagi riguardanti persone che erano state di recente in Germania, dove avevano mangiato cetrioli crudi e lavati male. Il batterio responsabile dell'epidemia si chiama Ehec, meglio noto con il nome di Escherichia coli, si diffonde prevalentemente attraverso le feci dei ruminanti soprattutto bovini e alcune sue varietà provocano la Sindrome emolitica uremica (Hus), una patologia che ha come primo sintomo la dissenteria emorragica. L'Istituto di Igiene di Amburgo ha rintracciato il batterio in una partita di cetrioli provenienti dalla Spagna,che però si difende affermando che non c'è alcuna prova che la contaminazione dei cetrioli provenienti dall'Andalusia si sia prodotta nel paese d'origine. A conferma di ciò, nessun caso di contaminazione è stato registrato per il momento in Spagna e le autorità sanitarie andaluse, regione nella quale sono ubicate le aziende agricole produttrici, stanno indagando per sapere da dove proviene la contaminazione e come si sia prodotta.
In Italia non si sono verificati casi di disturbi intestinali nè allarmismi presso i consumatori, sia con riferimento allo specifico prodotto sia riguardo alla intera gamma dei prodotti ortofrutticoli, in quanto il cetriolo è un prodotto a limitato consumo e soprattutto le importazioni dalla Spagna sono limitate a poco meno di dieci milioni di chili.
Sebbene in Italia non si siano finora registrati casi sospetti d'infezione da Vtec O104, siero gruppo che nel nostro Paese non è mai stato segnalato, a scopo precauzionale il sistema di sorveglianza Hus in Italia è stato allertato. Qualsiasi caso sospetto verrà segnalato al registro nazionale della Hus e campioni diagnostici saranno inviati al laboratorio nazionale di riferimento per E.coli presso l'Istituto superiore di sanità.
Lo rende noto Epicentro, il centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto superiore di Sanità. Peraltro si segnala che in Italia tra il 1988 e il 2010 sono stati registrati complessivamente 710 casi di questa sindrome, con un tasso annuale medio di incidenza di 0,35 nuovi casi ogni 100mila abitanti in età pediatrica.
I tassi più elevati si sono riscontrati nelle regioni del Nord: Valle d'Aosta (1,06), Veneto (0,57), Piemonte (0,55), Lombardia (0,52), Trentino e Bolzano (0,43). Al Centro-Sud, la regione con il tasso più elevato è stata la Campania (0,39).
Si teme che l'effetto cetriolo sui consumatori tedeschi possa avere negative ripercussioni sulle nostre esportazioni in Germania di frutta e verdura fresche. Infatti solo nel 2010 il valore dell'export nostrano di ortofrutticoli freschi stato di circa 460 milioni di euro e una eventuale riduzione avrebbe ripercussioni negative sul corrispondente comparto. Sul mercato italiano non dovrebbero esserci negative ripercussioni, in quanto i cetrioli spagnoli sono facilmente riconoscibili leggendo le etichette che si trovano sulle confezioni e il cartello messo sul prodotto allo stato sfuso, segnale che deve riportare obbligatoriamente l'indicazione dell'origine geografica del prodotto oltre alla denominazione commerciale, alla categoria merceologica e al prezzo.