Gli Stati Uniti hanno siglato, con 11 Paesi del Pacifico, il cosiddetto Trans-Pacific Partnership (Tpp). L'intesa abbatterà le barriere al commercio e – secondo i negoziatori – aumenterà il lavoro e gli standard ambientali tra le nazioni che rappresentano circa il 40% della produzione economica mondiale.
“Con il raggiungimento dell’accordo tra Stati Uniti e altri 11 paesi dell’area del Pacifico diventa ancor più urgente siglare rapidamente il Ttip (Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti)”. E’ l’opinione di Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo e già presidente della commissione medesima.
“Il rischio – prosegue è quello di dover sottostare agli standard definiti nel patto tra Stati Uniti e paesi del Pacifico, standard inferiori rispetto a quelli europei. Serve un’accelerazione dell’iter negoziale da parte dell’amministrazione Obama, ma serve anche un maggiore decisionismo dei primi ministri europei”.
Ma a che punto è, oggi, la situazione negoziale? La palla è agli Usa. Gli americani stanno chiudendo il Tpp, “il rischio è gli americani ci scarichino”, sottolinea l’ex ministro dell’Agricoltura. “Noi abbiamo solo da guadagnare da una chiusura del Ttip in tempi brevi, comunque entro i primi mesi del 2016”.
Uno dei punti più controversi riguarda l’introduzione di organismi geneticamente modificati. Ogm, carni agli ormoni e trattate, ribadisce De Castro, “non fanno parte di un negoziato che vuole abbassare o abolire le barriere, tariffarie e non, per agevolare gli scambi, e che non può materialmente modificare i sistemi preesistenti di protezione dei cittadini”.
Sugli standard eurpei sulla qualità dei prodotti De Castro assicura che non saranno toccati. “Chi fa terrorismo su questo punto per bloccare tutto non si rende conto dell’importanza di questo accordo, del suo volano economico per favorire gli scambi commerciali tra le due sponde dell’Atlantico. Recenti studi hanno stimato che a una riduzione del 25% delle barriere non tariffarie, accompagnata dall’azzeramento di quelle tariffarie, corrisponderebbe una crescita dei volumi scambiati tra i due player superiore al 40%, con un incremento delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti di oltre il 60%. Già oggi il saldo attivo dell’import/export con gli Usa è a favore dell’Europa per 6 miliardi di euro. Ne dobbiamo approfittare. E noi stiamo crescendo tanto in quel mercato. Il Ttip è un'occasione straordinaria”.