Nel 2014 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al Prodotto interno lordo è pari a -3,0% (-2,9% nel 2013). E’ quanto rileva l’Istat, evidenziando come nel pubblico via sia un blocco negli stipendi oltre che un calo nell’occupazione nel 2014.
In un anno si sono perse 21mila unità lavoro, 300mila in meno dal 2007. Quindi l’occupazione nel pubblico impiego è ancora in diminuzione, e l’esercito dei dipendenti della P.A. vede le unità di lavoro scendere a 3 milioni 334 mila, 21 mila in meno sul 2013, che diventano 293 mila rispetto al 2007.
Le tabelle Istat sui conti economici mostrano anche lo stallo delle retribuzioni lorde pro capite, ferme, in valori correnti, a 34 mila e 286 euro. Dieci euro in meno sul 2013 (a cui va aggiunto l'effetto, pure se debole, dell'inflazione). A confronto con il picco toccato nel 2010 la perdita sale a 376 euro.
Calano i posti di lavoro nel pubblico ma aumentano quelli in tutti gli altri settori nei primi mesi del 2015. Infatti secondo gli ultimi dati dell’Inps nei primi 3 mesi di quest’anno c’è un saldo positivo di nuovi contratti di lavoro, pari a +319mila. Sono stati attivati oltre 1,33 milioni di contratti di lavoro, i rapporti cessati sono stati 1,012 milioni.
Infine nel 2014, rileva l'Istat, l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (-49.056 milioni di euro) è stato pari al 3,0% del Pil, in aumento di circa 1,6 miliardi rispetto al 2013 (-47.455 milioni di euro, corrispondente al 2,9% del Pil). Il saldo primario (indebitamento al netto della spesa per interessi) è risultato positivo e pari all'1,6% del Pil, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2013. L'incidenza sul Pil della spesa per interessi si è attestata al 4,7%, con una riduzione di 0,1 punti percentuali rispetto al 2013.
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