Alberi sradicati dal vento, danni a città e campagne e purtroppo anche dei lutti. Il maltempo dei giorni scorsi, con i venti di uragano che hanno interessato principalmente la Toscana, non lasciando indenni anche la Liguria del Levante, per poi procedere verso sud, ha lasciato scenari devastanti su gran parte dei territori interessati, e anche delle vittime.
L’evento è stato di un'intensità eccezionale: dati ufficiali parlano di raffiche di venti di Nord-Est che hanno superato i 200 chilometri orari sulle Alpi Apuane, e nelle città partendo da Firenze per ridursi verso Grosseto si sono toccate punte tra i 170 e gli 86 chilometri orari.
“Occorre un piano di monitoraggio e di verifica con professionisti qualificati,quali agronomi e forestali, di tutte le alberature del Paese sia nei centri urbani che lungo le strade – sottolinea Andrea Sisti, presidente del Conaf, il Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali. “Solo così eviteremo di contare altre vittime così come già avviene per i dissesti idrogeologici. Purtroppo – aggiunge il rappresentante del Conaf – siamo ancora abituati a ragionare sulla base delle medie stagionali, quando invece dobbiamo prendere coscienza che, parlando di fenomeni atmosferici, i picchi estremi sono sempre più frequenti. Gli alberi nelle città sono notevolmente soggetti a limitazioni sia nello spazio delle radici che nell’effettivo sviluppo in altezza per far spazio ad opere infrastrutturali, come strade e impianti e spesso c’è da chiedersi se certi accanimenti sulle piante siano giustificati o meno. Per quanto riguarda la vegetazione, le piante più colpite nelle aree urbane appartengono alla specie Pinus pinea, sicuramente anche i più diffusi nelle aree colpite , ma non sono rimasti indenni anche lecci, pioppi, olmi, e persino palme. Colpiti anche i cipressi del famoso viale di Bolgheri”.
Come sempre accade in condizioni eccezionali i danni hanno interessato piante dalle caratteristiche più differenziate, che sono state sradicate, spezzate o stroncate: sono stati coinvolti per la maggior parte dei casi alberi che hanno subìto nel corso della loro vita interventi che ne hanno indebolito la struttura (eclatanti le immagini che stanno spopolando sul web del viale che collega Donoratico a Marina di Castagneto, in provincia di Livorno); ma anche piante sulle quali erano stati effettuati interventi di manutenzione e alleggerimento della chioma.
Il Conaf sta collaborando attivamente anche in seno al Comitato per lo sviluppo del verde pubblico (legge 10/2013) e con l'Anci per supportare le amministrazioni nelle attività di monitoraggio, di gestione e di pianificazione del verde urbano. La messa in sicurezza dei parchi non può essere garantita esclusivamente con la chiusura degli stessi, ma si deve operare affinché il verde sia fruibile e possa svolgere attivamente i suoi numerosi compiti nel miglioramento della qualità della vita.