Il maltempo presenta il conto all’Italia, devastata dalla grandine e dai nubifragi che hanno frutteti, ortaggi, pascoli, serre e campi di grano e mais. Dopo un mese di aprile in cui sono cadute il 55% di precipitazioni in meno e che si classifica come il più caldo dal 1800, con una temperatura superiore di addirittura 3,5 gradi la media del periodo di riferimento, a maggio è arrivata la bufera.
In questi primi 10 giorni del mese abbiamo registrato bombe d’acqua che ha spianato i campi di grano del Volterrano, il bombardamento dei chicchi di ghiaccio che hanno colpito vigneti e frutteti, distrutto fino al 90% del foraggio per gli animali con serre divelte tra le province di Lecco, Como e Varese in Lombardia. E poi ancora tempeste di grandine abbattute sull’alto Piemonte devastando serre e fiori sul lago Maggiore e in Puglia, mentre in provincia di Benevento in Campania la bufera di grandine ha devastato il 30% delle colture da vigneti a uliveti, dai frutteti con mele e ciliegie pronte alla raccolta fino agli ortaggi, con punte del 100% nell’epicentro della tempesta. Grave il bilancio anche in Sardegna dove nubifragi ed esondazioni hanno travolto le recinzioni degli ovili, cancellato le strade che i pastori usano per raggiungere le greggi e trasportare il latte.
Nell’attuale fase stagionale con i cereali in campo, le piante da frutto pronte per la raccolta come le verdure, la grandine è l’evento più temuto dai produttori per la possibile perdita dell’intero raccolto dopo un anno di lavoro.
L’andamento anomalo di quest’anno conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano proprio con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.