Sono quindici gli Stati membri che, capeggiati dall'Italia, hanno chiesto di aumentare al livello degli anni precedenti gli stanziamenti per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti.
La richiesta stata avanzata nel corso della riunione del consiglio dei Ministri agricoli del 28 giugno e alla posizione italiana si sono aggiunti Belgio, Bulgaria, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia. Ma il blocco di maggioranza numerica dei ministri agricoli si è trovato di fronte il blocco di minoranza di sei Paesi del Nord Europa che rifiutano di mantenere in vita il programma. Tra questi ci sono i partner più intransigenti sotto il profilo di bilancio Ue che sono Regno Unito e Germania, ma anche Olanda, Svezia, Danimarca, Repubblica Ceca, che considerano la borsa per i poveri un semplice intervento di politica sociale. L'Italia va avanti nel suo impegno di mantenere in vita il programma di solidarietà che da anni permette di distribuire cibo gratis agli indigenti e ha ottenuto il sostegno di 15 partner europei. Gli ultimi dati del Consiglio Ue parlano di quasi 80 milioni di cittadini potenzialmente in situazione di povertà e quindi bisognevoli di assistenza. Il grande sostegno politico ottenuto dall'Italia non è però ancora sufficiente a superare la minoranza di blocco.
La posizione italiana è anche sostenuta dalla Commissione ed infatti la tesi degli Stati membri contrari che si tratti di un intervento di politica sociale è stata respinta con forza dal commissario europeo all'agricoltura Dacian Ciolos, secondo cui il programma alimentare rientra negli obiettivi della Politica agricola comune, nei sui principi di accesso all'alimentazione ai cittadini e di sicurezza alimentare iscritti nel Trattato Ue. "Ora spetta agli Stati membri assumersi le loro responsabilità“ ha detto il commissario Ciolos dopo aver respinto tutte critiche ingiustificate alla Commissione europea per il fatto che è stata costretta a intervenire sul programma riducendo del 77% i fondi Ue per il 2012, che scendono così ad appena 113,48 milioni di euro, invece dei quasi 500 milioni degli ultimi anni. L'Italia, tra i partner europei più attivi ad utilizzare i fondi comunitari dei programmi annuali di sostegno, vedrà calare la propria dotazione annuale da oltre 100 milioni a 22,1 milioni di euro.
Il taglio dei contributi europei è conseguenza di una sentenza della Corte di giustizia dell'Ue nella quale si afferma che, in base alle regole attuali, gli alimenti destinati ai poveri devono provenire dalle eccedenze nei magazzini pubblici dell'Ue. Ma i granai europei, come i depositi di latte in polvere e di altri prodotti sono quasi vuoti ed è così che, che si fa sempre più ricorso ad acquisti sul mercato dei prodotti da distribuire agli indigenti. Per il 2012 quindi il programma è stato necessariamente formulato sulla base delle esigue disponibilità di cereali e latte in polvere per un valore di 113 milioni.