Smog in città favorito anche da un inverno mite, con l’arrivo di un caldo anomalo, assenza di venti e mancanza di piogge significative. L’anticiclone delle Azzorre manda in tilt la natura con fioriture anticipate e fa anche scattare i primi divieti alla circolazione nelle città per il superamento dei limiti della qualità dell’aria per il Pm10, a partire da Roma.
Nelle campagne, mimose fiorite quasi due mesi in anticipo sul tradizionale appuntamento della festa della donna dell’8 marzo ma il caldo ha provocato il ”risveglio” anticipato della natura con i mandorli che sono già fioriti in Sicilia e le coltivazioni più vulnerabili ai danni provocati dall’annunciato ritorno del maltempo nei prossimi giorni con repentine ondate di gelo notturno.
Preoccupa anche la qualità dell’aria nelle città, dove ogni abitante dispone nei centri urbani di appena 31 metri quadrati di verde urbano con lo smog che viene proprio amplificato dall’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono in modo rilevante e a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi.
E pensare che proprio dagli amici green potrebbe venire un cospicuo aiuto per i nostri spazi urbani. Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Ai primi posti nella speciale classifica delle piante mangia smog ci sono nell’ordine l’Acero Riccio, la Betulla, il Cerro, il Ginkgo Biloba, il Tiglio, il Bagolaro, l’Olmo campestre, il Frassino comune e l’Ontano nero.
Un'esigenza in linea con le strategie nazionali del Pnrr dove sono stati stanziati 330 milioni di Euro per la forestazione urbana che consentono di piantare 6,6 milioni di alberi attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi.