L’aula del Senato ha approvato nei giorni scorsi, in via definitiva, il decreto legge di rilancio del settore agricolo. Il provvedimento, che introduce norme per gestire il passaggio graduale dal regime delle quote latte a quello della liberalizzazione, prevede un piano di interventi per il settore olivicolo e misure a sostegno delle imprese colpite da emergenze alluvionali e sanitarie.
Il testo, ricostruisce il sito di Palazzo Madama, affronta in particolare il problema del rilancio dei settori agricoli in crisi e parallelamente, appunto, fronteggia la questione del sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale. Inoltre affronta il tema della razionalizzazione delle strutture.
Nel dettaglio l’articolo 1 del provvedimento disciplina la possibilità di rateizzare, in tre rate annuali senza interessi, il prelievo dovuto per la campagna di produzione lattiera 2014-2015. La norma prevede, in sostanza, l’attuazione della disposizione comunitaria per il pagamento delle multe per l’ultima campagna lattiera in tre anni e senza interessi. Il pagamento è ammesso anche con una fideiussione assicurativa, non solo bancaria. Gli allevatori interessati potranno presentare domanda all’Agea entro il 31 agosto 2015.
L’articolo 2 contiene norme per il superamento del regime delle quote latte e il riordino di relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari.
Per non gravare ulteriormente sugli allevatori, con la norma si amplia la possibilità di compensazione tra produttori, nell’ambito della quota nazionale, per l’ultima campagna consentendo a chi ha superato le quote (con tre fasce percentuali ulteriori di superamento della produzione: 12-30%, 30-50%, oltre il 50%) di compensare fino al 6%, cosa che prima non era prevista e che vedeva scattare la sanzione sull’intera percentuale di splafonamento oltre il 6%.
Sempre sul fronte del latte, con il provvedimento viene ribadita la necessità del contratto scritto come previsto dall’articolo 62 del decreto-legge n. 1 del 2012, e si introducono delle novità rilevanti come la durata minima dei contratti fissata a 12 mesi e il contratto che deve espressamente contenere il prezzo da pagare alla consegna che può essere fisso o legato a fattori determinati, come indicatori di mercato, volume consegnato e qualità o composizione del latte crudo.
L’articolo 3 introduce una nuova disciplina delle organizzazioni interprofessionali, che sono autorizzate a chiedere contributi obbligatori.
Per rafforzare la filiera si definisce:
– la creazione di un unico organo interprofessionale, che potrà prendere decisioni valide “erga omnes”, a determinate condizioni, come accade in altri Paesi europei come la Francia;
– che per favorire l’aggregazione l’organizzazione interprofessionale deve arrivare al 25% per cento di rappresentatività degli operatori;
– che nella predisposizione di contratti-tipo per la cessione del latte si debba rispettare quanto previsto dall’articolo 62 del decreto legge n.1 del 2012 e dalle sue disposizioni attuative;
– per riconoscere le organizzazioni interprofessionali è prevista un’intesa tra Mipaaf e Conferenza Stato Regione;
– che l’Interprofessione ha un campo d’azione che comprende le regole di produzione, la commercializzazione, la promozione, i contratti tipo, la tutela ambientale e la ricerca.
Viene inoltre rafforzato il livello di tutela degli allevatori e dei produttori di latte, attraverso una riforma dell’articolo 62 che prevede il monitoraggio dei costi medi di produzione del latte crudo da parte di Ismea, secondo le metodologie stabilite dal ministero delle Politiche agricole. I dati verranno elaborati mensilmente e costituiranno un benchmark ai fini delle segnalazioni all’Antitrust. Sono previste sanzioni fino al 10% del valore dei contratti in caso di violazione dei contratti-tipo estesi erga omnes. L’Ispettorato repressione frodi del Mipaaf (ICQRF) potrà segnalare all’Antitrust le possibili violazioni.
L’articolo 4 istituisce il Fondo per la realizzazione del piano di interventi nel settore olivicolo-oleario, con una dotazione di quattro milioni di euro per il 2015. Per quanto riguarda questo settore, la principale novità è il via al piano nazionale per l’aumento della produzione del 25 per cento (stanziati 32 milioni di euro per il triennio 2015-2017). Per contrastare la crisi del settore olivicolo e oleario il governo ha dato il via libera al piano con un fondo finalizzato a rafforzare certificazione e lotta alla contraffazione. Questo intervento fa parte di una più ampia azione operativa che prevede un coordinamento con le Regioni per far leva sui fondi europei dei Psr e rafforzare ulteriormente l’operazione a favore dei produttori. In particolare gli interventi puntano al recupero del potenziale produttivo e competitivo con aumento del 25 per cento delle quantità prodotte a livello nazionale nei prossimi cinque anni, arrivando a quota 650 mila tonnellate. Gli interventi si concentreranno sulla struttura della singola azienda per elevare la capacità quantitativa di produzione, come indicato prioritariamente dal piano per l’olio presentato dal Mipaaf alla filiera nei mesi scorsi.
L’articolo 5 del decreto agricoltura autorizza le aziende agricole, non coperte da polizze assicurative agevolate, a richiedere contributi compensativi a carico del Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura. Le aziende interessate sono quelle colpite da eventi alluvionali e da avversità atmosferiche, verificatesi tra il 2014 e la data di emanazione del decreto, e le aziende colpite da infezioni di organismi nocivi ai vegetali negli anni 2013-2015. In sostanza nei territori colpiti dalle avversità atmosferiche di eccezionale intensità negli anni 2014 e 2015, le imprese agricole danneggiate dalle piogge alluvionali che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi possono accedere agli interventi per favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva. Tutte le Regioni interessate, come ad esempio Toscana, Puglia e Liguria, in deroga ai termini stabiliti dal decreto legislativo 102/2004, possono deliberare la proposta di declaratoria di eccezionalità degli eventi atmosferici, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del decreto. L’accesso al fondo viene esteso anche alle avversità atmosferiche caratterizzate da vento forte e ai danni alle scorte di materie prime causati da eventi eccezionali nell’ultimo triennio.
Per andare incontro alle necessità degli agricoltori e dei vivaisti danneggiati dalla diffusione del batterio Xylella fastidiosa in Puglia, viene stabilita la deroga per l’attivazione del fondo di solidarietà nazionale, che segue la dichiarazione di calamità. Viene aumentata la dotazione complessiva del fondo per le imprese colpite da eventi alluvionali, nonché infezioni di organismi nocivi ai vegetali, con priorità per i danni legati alla diffusione della Xylella fastidiosa, del cinipide del castagno e della flavescenza dorata negli anni 2013, 2014 e 2015: oltre agli 11 milioni previsti per la Xylella, vengono stanziati ulteriori 10 milioni di euro per il 2016 per gli altri interventi. Si arriva così a 21 milioni di euro di dotazione. È la prima volta che questa norma si applica a emergenze fitosanitarie provocate da infezioni degli organismi nocivi, prevista solo per eventi atmosferici. La procedura prevede che la Regione interessata possa fare richiesta di stato di calamità entro 60 giorni a partire dall’adozione delle misure di contenimento o di eradicazione da parte delle competenti autorità nazionali ed europee.
Viene inoltre finanziato il fondo di solidarietà nazionale pesca con 2,25 milioni di euro per sostenere le imprese del settore colpite da avversità atmosferiche eccezionali dal 2012 all’entrata in vigore della legge di conversione.
L’articolo 6 sopprime la gestione commissariale delle attività ex Agensud e trasferisce le relative funzioni, con particolare riguardo alle gestione dei servizi idrici, ai Dipartimenti e alle Direzioni del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali competenti.
L’articolo 7, infine, prevede per le filiere più rappresentative del sistema agricolo e alimentare l’istituzione di commissioni uniche nazionali (Cun) chiamate a determinare quotazioni di prezzo cui far riferimento nei contratti di compravendita e cessione dei prodotti agricoli al fine di garantire la trasparenza nelle relazioni contrattuali tra gli operatori di mercato e nella formazione dei prezzi..
“Mettiamo un altro tassello importante per il rilancio dell’agricoltura italiana – è l’entusiastico commento del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina. “Siamo intervenuti su settori chiave come quelli del latte e dell’olio, con azioni che mirano alla tutela del reddito dei produttori. Ringrazio i parlamentari, in particolare quelli delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, per il grande lavoro fatto in queste settimane, ad esempio sul sostegno per le imprese agricole colpite da calamità naturali e da infezioni di tipo fitosanitario come la Xylella. Il 2015 è iniziato con segnali positivi: 42 mila nuovi occupati in un anno, una crescita delle esportazioni agroalimentari che hanno toccato quota 11,9 miliardi di euro. Governo e Parlamento sono in campo al fianco delle imprese per sostenere lo sviluppo e l’occupazione”.
“Questo decreto – aggiunge il viceministro Andrea Olivero – contiene risposte puntuali a settori in crisi e insieme passaggi coraggiosi per la riorganizzazione delle filiere e degli enti controllati dal ministero. Questo intervento segnala l’impegno forte del governo, la sua capacità di ascoltare le opposizioni e di fare una sintesi, ringrazio tutte le forze parlamentari per il fattivo contributo a questo importante risultato”.
La senatrice Angelica Maggese, in dichiarazione di voto, ha sottolineato “l’importanza strategica del decreto per il futuro del Paese, come dimostra l’attenzione del governo all’agricoltura degli ultimi mesi”. Entrando nel merito, Saggese ha ricordato che “le misure previste dal decreto puntano a rilanciare il settore profondamente colpito dalla crisi fornendo sostegno alle imprese interessate da eventi di carattere eccezionale con disposizioni, ad esempio, di razionalizzazione delle strutture e delle risorse del ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali”.
Le opposizioni hanno criticato la blindatura del testo (tutti gli emendamenti sono stati respinti) e l’esclusione del tema della soppressione dell’Imu agricola. Nel complesso, il governo è accusato di “rincorrere alcune emergenze, con interventi estemporanei che provocano disparità, e appare incapace, in sede europea, di tutelare i prodotti italiani: la contraffazione del made in Italy fa perdere ogni anno al Paese 60 miliardi”.