Le Direttive europee “Habitat” e “Uccelli” verranno conservate e meglio applicate. È la promessa fatta dalla Commissione Europea. Si tratta dell’estesa legislazione, che in Europa tutela la biodiversità, attraverso la protezione di più di 1.400 specie a rischio e un milione di metri quadrati di habitat. Le due direttive hanno permesso di salvare dall’estinzione animali come il lupo, l’aquila di mare e le foche. Il risultato è stato quello di dotare l’UE della più vasta rete di aree naturali protette, Natura 2000, che copre almeno un quinto del territorio europeo.
Nonostante questi risultati, i due provvedimenti alla fine del 2014 erano stati sottoposti a consultazione da parte di tutti gli attori europei, istituzionali e non. Ci si era resi conto della mancanza di adeguati investimenti nella rete di siti protetti Natura 2000, dei ritardi e degli ostacoli burocratici per l’avvio di progetti. In sostanza, la valutazione aveva identificato “la necessità di migliorare la messa in atto delle Direttive e la loro coerenza con gli obiettivi socio-economici più ampi, comprese le altre politiche europee come l’energia, l’agricoltura e la pesca”. Si era quindi pensato di procedere a una loro pesante modifica se non eliminazione.
E’ stato appena annunciato il lancio di un piano d’azione che indicherà una serie di misure concrete per aiutare gli Stati Membri a compiere “le correzioni necessarie”. Nel momento in cui la Commissione aveva anche solo avanzato l’idea di riesaminarle profondamente oltre mezzo milione di cittadini europei aveva aderito alla campagna #NatureAlert, portata avanti da 200 organizzazioni del Vecchio Continente e condotta in Italia, con il nome di #Allarmenatura, da Lipu e Wwf.
E ‘ stato dimostrato che le leggi stiano funzionando per proteggere le piante, le specie e gli habitat, e che queste regole hanno portato a livelli elevati di conservazione della natura e di protezione delle specie, come la lince eurasiatica, il castoro europeo e la farfalla blu, così come oltre 2.000 habitat come le paludi, gli estuari, le montagne, le lagune costiere, i prati, le dune e le praterie. E la sopravvivenza e lo stato di conservazione di moltissime altre specie dipendono dalle direttive Uccelli e Habitat.
Nonostante i progressi ottenuti in questi anni, i Paesi dell’Unione europea devono impegnarsi maggiormente per invertire il declino della biodiversità entro il 2020. In molti Stati Membri vi è ancora una scarsa implementazione, applicazione e finanziamento della legislazione UE sulla natura.
Nella stessa Italia, il rispetto dell’applicazione delle direttive Uccelli e Habitat è ancora molto carente: il 79% delle specie e il 66% degli habitat che sono in uno stato di conservazione sfavorevole risulta essere ancora in declino, probabilmente a causa di una protezione inadeguata dei siti importanti per la biodiversità.