Il regolamento (Ue) n. 1308/2013 ha previsto l’avvio, dal 1° gennaio 2016, del nuovo sistema di “autorizzazioni” per gli impianti viticoli che prevede il rilascio, previa richiesta, di autorizzazioni all’impianto di nuovi vigneti nel limite massimo annuo dell’1% della superficie vitata nazionale.
Dopo 30 anni di rigido controllo dell’offerta, attuato con il regime dei diritti di impianto dei vigneti, dal 2016 la viticoltura italiana ha dovuto affrontare una parziale liberalizzazione della produzione. Infatti, il nuovo sistema di “autorizzazioni” per gli impianti viticoli è un regime più flessibile rispetto ai diritti di impianto (o per lo meno dovrebbe esserlo).
Nel nostro paese, le disposizioni sull’attuazione del nuovo sistema di autorizzazioni sono state assunte tramite il decreto ministeriale n. 12272 del 15 dicembre 2015. Già dopo un anno di applicazione (2016), la normativa nazionale ha mostrato una serie di criticità per cui il Ministero delle politiche agricole è corso ai ripari tramite il decreto ministeriale n. 527 del 30 gennaio 2017 che modifica il sistema di richiesta delle autorizzazioni all’impianto.
Le superfici disponibili – Per il 2016 la superficie messa a disposizione per le richieste di autorizzazioni per nuovi impianti è stata pari a 6.376,34 ettari, corrispondente all’1% della superficie potenziale italiana dichiarata al 31 luglio 2015.
Per il 2017 la superficie messa a disposizione è pari a 6.621,67 ettari, corrispondente all’1% della superficie potenziale italiana dichiarata al 31 luglio 2016.
I risultati del 1° anno di applicazione – Il 2016, primo anno di applicazione del nuovo regime di autorizzazioni, ha fatto registrare diverse sorprese: la superficie richiesta per le nuove autorizzazioni è stata di 67.151 ettari, pari a 10 volte la disponibilità. Inoltre, le richieste di nuovi impianti hanno fatto emergere una fortissima concentrazione geografica: le tre principali regioni vitivinicole del Nord-est hanno accumulato oltre il 75% rispetto alle superfici