Il Collegato Ambientale diventa legge. Il provvedimento, con i suoi 79 articoli, si pone l’obiettivo di sistemare parecchie questioni in sospeso nel nostro Paese. Il commento del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti è addirittura entusiasta; “per l’Italia è un importante passo avanti nella direzione dell’accordo raggiunto a Parigi e dell’impegno europeo verso l’economia circolare”.
Legambiente non è da meno anche se il presidente Rossella Muroni fa notare che è necessario ora procedere anche con una serie di norme, che vadano a completare il quadro necessario per iniziare davvero a parlare di tutela dell’ambiente nel nostro Paese: “il collegato ambientale è, dopo l’approvazione della legge sugli ecoreati, il secondo importante passo di un percorso per la tutela ambientale del nostro Paese, che deve essere seguito ora dall’approvazione del disegno di legge sul sistema delle agenzie per la protezione ambientale, inspiegabilmente fermo da oltre un anno al Senato dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera”.
È necessario approvare inoltre la legge per contrastare con efficacia il consumo di suolo, già in discussione in Parlamento, e altre norme fondamentali quali ad esempio la lotta dura alle agromafie e la semplificazione delle procedure di abbattimento degli ecomostri abusivi che continuano a deturpare la bellezza dell’Italia.
Ecco le principali novità introdotte dal Collegato Ambientale:
- Rifiuti – Vengono adottate varie misure per penalizzare il conferimento in discarica, mentre sono previste agevolazioni sulle tasse per i comuni virtuosi. Verrà promosso il compostaggio domestico e di comunità e l’economia circolare. Ci saranno multe dai 30 ai 300 euro per chi getta a terra mozziconi di sigaretta, chewing gum e piccoli rifiuti. I Comuni dovranno installare un numero adeguato di posaceneri. Torna in modo volontario e sperimentale il sistema del vuoto a rendere nei bar e nei ristoranti per i produttori di acqua e birra. Le aziende che lavoreranno nell’innovazione con materiali derivanti dalla raccolta differenziata o comunque di recupero, potranno avere incentivi e credito d’imposta.
- Mobilità sostenibile – è previsto un finanziamento di 35 milioni di euro che andranno ad incentivare iniziative come il piedibus, il car-pooling, il car-sharing, il bike-pooling e il bike-sharing. I comuni con più di 100 mila abitanti, anche in associazione, potranno presentare progetti per limitare traffico e smog. Verrà estesa l’assicurazione INAIL per coloro che si recano al lavoro in bicicletta.
- Rischio idrogeologico – istituito un fondo di 10 milioni di euro per demolire opere e immobili abusivi realizzati in aree a rischio idrogeologico elevato.
- Acquisti verdi della pubblica amministrazione – vengono facilitati. Le aziende dotate di certificazione EMAS o UNI EN ISO 14001 vedranno ridotte le garanzie necessarie per accedere agli appalti per la fornitura di beni e servizi ecologici. Vengono stabiliti Criteri Ambientali Minimi che devono essere garantiti nelle forniture per l’amministrazione pubblica.
- Biomasse e biogas – vengono inclusi per il conteggio degli incentivi anche i sottoprodotti della trasformazione degli zuccheri tramite fermentazione e i sottoprodotti della lavorazione o raffinazione di oli vegetali, come materiale da utilizzare per la produzione di energia pulita.
- Bonifica amianto – le imprese che nel 2016 avranno operato nella bonifica dell’amianto potranno godere del credito d’imposta al 50%. In totale ci sarà un investimento da parte dello Stato di 20 milioni di euro, 5,667 milioni per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019. Viene istituito un fondo anche per la bonifica di alcuni edifici pubblici.
A questi punti si aggiungono la impignorabilità degli animali d’affezione, da compagnia o utilizzati a fini terapeutici e assistenziali; l’istituzione del mobility manager scolastico; un fondo di 1,8 milioni di euro istituito per le Aree Marine Protette; la riforma dell’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’Energia e lo sviluppo economico sostenibile) dopo 6 anni di commissariamento; la responsabilità del trasportatore in caso di sversamento in mare di sostanze pericolose; la possibilità di creare “Oil free zone”, libere da fonti fossili, all’interno delle città; la creazione di una “Strategia delle Green Community” per le comunità rurali e montane che prendono la via della sostenibilità; l’istituzione del marchio “Made Green in Italy” che certifica i prodotti a “km 0″ e provenienti da produzioni agricole e industriali sostenibili.